Timidezze perse.

 

In fondo non me ne importa proprio niente, dice tra sé il geometra mentre guida con leggerezza l’auto aziendale che a breve peraltro dovrà restituire. L’impresa se la caverà benissimo anche senza di me, ne sono certo, ed il signor Chelli molto presto saprà ben scegliere a chi dover destinare dopo di me la propria fiducia. Se soltanto la segretaria fosse stata meno sciocca in questa fase, per noi adesso potrebbe essere l’occasione per vedersi ancora almeno qualche volta fuori da là dentro, ma purtroppo lei non ha forse tutto il cervello adatto per comprendere che le mie scelte di lavoro non possono dipendere da una qualsiasi storiella tra gli uffici, anche se forse non immagina quanto a me in fondo dispiaccia che in questo momento lei cerchi di evitarmi quasi del tutto. Magari basterà far trascorrere qualche tempo, lasciar depositare un po’ di polvere, ed anche lei forse riuscirà a cambiare idea, a sentirsi meglio, perché alla fine anche se non le ho certo spiegato questo aspetto, a me indubbiamente non fa certo piacere perderla del tutto. Probabilmente tra due o tre mesi inizierò a telefonarle qualche volta, mettendo avanti una scusa oppure un’altra, e magari lei a quel punto si sarà già completamente tranquillizzata nei miei confronti.

Adesso mi dispiace fare il duro, pensa ancora il geometra, e la mia indifferenza nei suoi confronti evidentemente è soltanto una reazione, però in questo momento sono anche uno sciocco nel credere che avrei potuto spiegarmi con la segretaria, almeno prima che lei venisse a sapere che me ne andavo da questa ditta dalla bocca di chissà chi, magari direttamente da quella del signor Chelli, il quale certamente non avrà mancato di guardarla bene in fondo agli occhi per comprendere quale effetto facessero su di lei le sue parole. Sicuramente lui ha intuito tutto quanto già da un certo tempo, ma come è suo costume ha senz’altro sospeso ogni giudizio. Comunque non vedo l’ora di andarmene da questa azienda, riflette ancora il geometra; troppa monotonia si respira là dentro, troppe giornate, gesti, discorsi, discussioni tutte identiche, come fosse del tutto impossibile aprirsi un po’ a qualcosa di diverso. E poi anche questa segretaria, che d’improvviso tira fuori tutta una maschera di sentimenti feriti quando era evidente da sempre che il senso delle cose tra noi due stava soltanto nel divertirsi un po’, fare qualcosa di proibito alle spalle del nostro capo e un po’ anche di tutti gli altri, giusto per ritrovare in mezzo alla noia di ogni giorno una certa libertà, un pizzico di autonomia dai ruoli ingessati appena consentiti dall’impresa.

Non posso neppure considerare questa storia che si spezza con un vero e proprio rimpianto, pensa il geometra. Il mondo del lavoro è fatto in questo modo: ognuno approfitta quanto può di ogni occasione che si presenta, inutile fare tanto i sentimentali. Anzi, se ti mostri agli altri come un debole, è proprio il momento in cui tutti, in un modo o nell’altro, approfittano di te, fino a ridurti ad un poveraccio che si trascina nei corridoi cercando da qualcuno una parola di conforto. No, è escluso, non fa per me. Bisogna sempre anticipare i tempi, approfittare di tutto ciò che si presenta fin quando il momento è quello giusto, e poi mollare subito ogni cosa, senza neppure guardarsi indietro. Sono stato anche troppo buono nel costruire poco per volta il tecnico, pur ancora un po’ giovane, che in questo momento può iniziare già a sostituirmi, e prendere in mano il difficile ruolo di quello che sta in mezzo tra il titolare e gli operai. Ce la può fare, se segue a puntino tutto quello che gli ho spiegato, e se la può cavare bene se tira fuori la grinta che ci vuole. E forse può anche sostituirmi persino con la segretaria, magari per cercare di consolarla un po’ di certe sue amarezze. Si, è vero, forse è un po’ giovane, ma in fondo l’elemento più importante in queste cose è non andare mai troppo nel sottile, e buttarsi sempre in avanti, senza alcuna timidezza.

Bruno Magnolfi

Timidezze perse.ultima modifica: 2019-07-08T22:35:46+02:00da magnonove
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