Sconforto evidente.

 

“Le cose stanno andando sempre peggio”, dice quasi con ironia il geometra riferendosi alla segretaria dell’impresa, durante un momento in cui paiono rimasti da soli negli uffici dell’azienda. “Le commesse favorevoli purtroppo sono sempre di meno, le spese sembrano moltiplicarsi ogni mese che passa, e in mezzo a tutto questo gli operai si sono messi a fare gli imbecilli”. La segretaria con mezzo sorriso sulla faccia continua a scartabellare le sue fatture da registrare, tenendo costantemente gli occhi bassi; poi esce per un attimo da dietro la sua scrivania e lui la prende per un braccio, la tira leggermente verso di sé, lasciandosi respingere con semplicità, sia pure con una certa delicatezza nei comportamenti. “Le cose si sistemeranno”, gli dice lei un attimo dopo, guardandolo fisso come per evidenziare che a lei farebbe anche piacere, lì su due piedi, concedere a lui qualche smanceria, ma che non è proprio possibile. “Il signor Chelli saprà sicuramente trovare la strada giusta, come sempre è successo anche in altri periodi critici”.

In quell’attimo rientra in sede l’assistente di cantiere, percorre il breve corridoio vetrato senza fare troppo rumore, poi entra nel suo ufficio, ed appoggia la sua borsa sopra ad una sedia. Non dice niente, sa che  sicuramente c’è qualcuno a lavorare nelle altre stanze degli uffici, ma a lui non interessa, sa che deve preparare e mettere in ordine la contabilità degli ultimi giorni, ed è disposto a portare avanti il suo lavoro, indipendentemente da tutto il resto. Fa capolino il geometra alla sua porta, ma soltanto per dirgli: “il signor Chelli ci vuole vedere più tardi, tutt’e due, e non penso sarà per qualcosa di semplice soluzione”. L’assistente lo osserva per un attimo, fa un cenno affermativo con la testa, infine si rimette immediatamente a svolgere quei suoi conteggi.

Intanto anche il magazziniere si è fatto vedere lungo il corridoio, ma soltanto per un attimo, giusto per spiegare in fretta alla segretaria che ci sarebbe da ordinare un certo materiale di cui sono quasi terminate le loro scorte, e tutto quanto velocemente viene da lei annotato, fino a far ripiombare subito dopo i locali nel silenzio. L’aria è tesa, inutile anche dirlo, e chiunque in casi come questi abbia voglia di dire qualcosa, lo fa a suo rischio. Infine il geometra va via, dice che deve andare a visionare non si sa che cosa, così accende una sigaretta prima di uscire, e poi sbatte quasi la porta, come per un improvviso effluvio di nervosismo.

Dopo qualche minuto la segretaria, quasi per uno sbaglio nel cercare qualche cosa, si fa vedere sulla soglia della porta dell’assistente. “Ciao”, gli dice, usando però una voce calma e bassa, quasi quella di un’amica che cerca di fargli qualche confidenza: “sembra proprio che tiri una certa ariaccia in questi uffici; a te non so che cosa sembri, però il geometra pare piuttosto agitato, come se gli girasse per la testa qualcosa che resta piuttosto difficile da comprendere, quasi se avesse delle novità che non riesce proprio a condividere con gli altri”.

“Non so”, fa lui con l’espressione di chi sta riflettendo seriamente; “però a me risulta che i problemi dell’azienda in questo momento siano tutti facilmente superabili, si tratta soltanto di qualche stato di avanzamento dei lavori che deve essere ancora liquidato, ma niente di più”. “Ma tu allora credi forse che il geometra abbia magari dei problemi propri, qualcosa che vada oltre il suo lavoro in questa ditta”. “Non so proprio che dire”, fa l’assistente, “però lui non mi pare il tipo di individuo che se la prenda troppo per le difficoltà aziendali; per cui è strano che sia agitato, forse ha soltanto qualcosa di personale che a noi non è dato di conoscere”. La segretaria a questo punto esce dalla stanza, e nel gesto che compie ritirandosi, mostra evidente una certo sconforto.

Bruno Magnolfi

Sconforto evidente.ultima modifica: 2019-05-14T21:12:33+02:00da magnonove
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