Questioni sospese.

 

Già diverse volte nei mesi scorsi è capitato, dentro la sede dell’impresa edile per cui lavora da un anno, che lui sia rimasto da solo insieme soltanto con la segretaria, che in genere svolge solo durante le ore della mattina le proprie mansioni presso la ditta; ma ognuno di loro due, in quei pochi casi, ha proseguito con solerzia a svolgere il proprio mestiere senza lasciarsi andare ad alcuna confidenza, o ad intavolare qualche chiacchiera differente dalle strette informazioni sul loro lavoro. Forse proprio per questo a Maruzza non piace molto questa persona: troppo ingessata dentro al suo ruolo, troppo lontana dal mostrarsi una donna capace di guardare anche attorno a se stessa, e magari adatta persino a rendersi conto in qualche misura degli affanni degli altri.

Perciò anche stamani lui rimane in silenzio a mettere in fila le contabilità che gli ha passato il suo superiore, senza che gli venga in mente di alzarsi anche per un solo momento dalla sua sedia, o addirittura affacciarsi nell’altro ufficio, tanto per dirle qualcosa. Ma ad un tratto invece è proprio la segretaria, con in mano alcune fatture che probabilmente deve ancora registrare, che si presenta davanti a lui, e senza preavviso gli chiede come gli stiano andando le cose. Maruzza solleva lo sguardo dalla scrivania, d’un tratto sorride, anche cercando di dissimulare la propria timidezza evidente, e poi le risponde: “bene”, immediatamente attraversato dal sospetto che lei stia tentando una qualche manovra, forse sollecitata direttamente dal titolare dell’azienda, o magari dal geometra, soltanto per assumere su di lui delle informazioni il più possibile dirette.

“Pensavo non ti trovassi molto bene a lavorare con il nostro grande responsabile tecnico”, dice la segretaria con ironia; e prosegue: “lui ha un carattere veramente impossibile, e per me la fortuna maggiore è soltanto quella di incontrarlo abbastanza di rado”. Maruzza annusa subito il trabocchetto, perciò annuisce, bofonchia che a suo parere in fondo è una brava persona, ed altre cose il più possibile neutrali. Ma la segretaria insiste, dice che secondo lei non è molto bravo neppure nel suo lavoro, e che si dà un sacco d’arie “semplicemente perché il signor Chelli lo ritiene, spesso sbagliando, un gran professionista”. Lui non risponde, osserva per un attimo, come per diluire l’argomento, i conti su cui sta lavorando, poi fa: “del suo carattere non saprei dire, però il suo mestiere secondo me lo sa portare avanti piuttosto bene”. Lei adesso sorride a sua volta, forse si sente scoperta, così senza aggiungere altro torna quasi frettolosamente nell’altra stanza.

Maruzza allora prende coraggio, attende qualche minuto, ed infine si alza in piedi, passeggia rumorosamente lungo il corridoio come occupandosi di qualcosa, e poi dice verso di lei a voce alta: “credo che le cose vadano meglio, comunque, se cerchiamo tutti di sentirci come una specie di grande famiglia”. Immediatamente si rende conto però di aver detto qualcosa quasi di offensivo nei confronti della segretaria, che difatti non ribatte niente, perciò aggiunge subito: “forse perché a me piace molto sentire attorno una certa armonia”. Ma anche questa frase non pare mostrarsi esattamente correttiva rispetto alle altre parole, perciò spiega alla fine: “in fondo passiamo così tanto tempo insieme, che ognuno di noi deve per forza convivere con i difetti degli altri”.

La segretaria sembra comunque pressoché indifferente al pensiero di Maruzza, perciò prosegue con impegno a registrare le sue fatture senza dire nient’altro, tanto che lui torna alla sua scrivania e riprende ad occuparsi della contabilità. Poi però lei, direttamente dal corridoio, gli dice che purtroppo deve fare un salto in una banca, anche se le piacerebbe proseguire quell’argomento. Ma proprio in quell’attimo giunge il signor Chelli, il titolare dell’azienda, che saluta tutti con i suoi soliti modi, e così chiude, almeno per il momento, ogni questione sospesa.

Bruno Magnolfi

Questioni sospese.ultima modifica: 2019-04-14T20:41:17+02:00da magnonove
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