Cancellazione della memoria.

 

Ho ricevuto un messaggio dai miei datori di lavoro, apparso improvvisamente sul cellulare proprio questa mattina. Dice: “abbiamo saputo del tuo vago desiderio di terminare con la guardiania notturna al parcheggio dello stadio. Perciò abbiamo deciso di sostituirti fin da stasera. Troverai come sempre la somma che devi avere sul tuo conto corrente”. Sono rimasto di sasso. Dopo po’ ho provato ad inviare a quello stesso numero le mie rimostranze, ma già non era più attivo. Mi sono chiesto come potessero i miei capi aver soltanto immaginato queste mie limitatissime perplessità, e la mia appena adombrata ritrosia a lavorare negli ultimi giorni con il consueto impegno, ma non ho trovato alcuna risposta.

Ritrovarmi invece così, all’improvviso, libero di fare tutto quello che mi pare senza più rendere conto a nessuno, mi ha quasi procurato una vertigine, ma dopo che sono entrato in un bar per scolarmi una birra, mi sono reso conto che avevo ben poco da festeggiare. Con tutti i miei propositi veri e segreti di abbandonare una volta per tutte questo lavoro, con le difficoltà che sicuramente avrei avuto in qualsiasi caso nel farlo, la semplicità con cui sono stato rapidamente messo alla porta senza nemmeno la possibilità di difendermi, mi è parsa a dir poco eccessiva.

Così ho iniziato dopo poco a sentirmi decisamente abbattuto: scartato come un meccanismo difettoso all’interno di una qualsiasi fabbrica, negata la mia possibilità di esprimere personalmente una pur marginale opinione, impossibilitato ad avanzare almeno alcuni argomenti in difesa della mia integerrima attività, azzerato qualsiasi possibile tentativo di portare come mia positiva attestazione tutti quei mesi trascorsi lavorando sodo con impegno e con estremo profitto, considerata anche proprio l’assenza di qualsiasi critica, o anche di una minima opinione negativa, da parte dei miei datori di lavoro. Nulla, come non aver mai fatto niente di buono.

E poi ho cercato mentalmente qualcosa, in mezzo a tutto quello che ero riuscito a comprendere o a immaginare della struttura che mi aveva ingaggiato, per vedere se ci fosse qualche segreto da far giocare in qualche modo a mio favore, ma non ho trovato un bel niente, solo supposizioni mai comprovate da una pur semplice verità dimostrabile. Forse sotto ai miei occhi si è manifestato lo spaccio della droga ad alti livelli, forse qualche commercio ancora più losco, ma io non posso dire di aver intravisto almeno qualcosa al riguardo. Ho pensato comunque di fare un salto allo stadio nelle ore notturne, giusto per rendermi conto del personaggio che è già stato messo al mio posto, e magari parlarci, informarlo almeno della mia esperienza, dei miei dubbi, delle perplessità avute anche sugli strani movimenti da controllare in quel parcheggio.

Ma in seguito mi sono detto che proprio non ne valeva la pena, e che anzi in questa maniera avrei finito per rendermi del tutto ridicolo, quasi affezionato a qualcosa di talmente impalpabile da non risultare neppure troppo legittimo. Perciò ho cercato di dimenticarmi tutta questa esperienza, e per far questo non sono andato neppure a casa per riposarmi, continuando per tutto il giorno a girare a caso lungo ogni strada asfaltata di questa città. Infine mi sono gettato vestito sul letto, e per qualche ora mi sono scordato perfino il mio nome.

Bruno Magnolfi

Cancellazione della memoria.ultima modifica: 2019-03-25T20:42:23+01:00da magnonove
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