Sollievo insperato.

30 gennaio

Questi giorni vanno avanti per abitudine. Vorrei che l’entusiasmo con cui ho affrontato tutto il periodo scorso, riuscisse per incanto a mantenersi invariato, senza concedere spazio, come invece fa, a questa sottile angoscia che prosegue a paralizzarmi. Guardo mia madre che mi guarda, poi ambedue rivolgiamo rapidamente gli occhi verso altro, come se fosse avvenuta una combinazione fortuita che nessuna delle due desiderava. Non mi pare ci sia quasi niente a cui aspirare di più per quanto mi riguarda, se non il caso di qualcuno che entri con gentilezza dentro al mio negozio, ed invece di pretendere qualcosa che non ho, come spesso succede, mi dica in breve, proprio mentre proseguo a spandere sorrisi e compiacenza e ad occuparmi di lui, che va tutto bene, che la mia bottega di merceria e di abbigliamento è quanto di meglio si potesse desiderare per un paesetto senza speranze come Borgo San Carlo. Vorrei essere un punto di riferimento per la mia clientela, e anche per chi semplicemente guarda la vetrina dal marciapiede, non so più cosa inventarmi per mostrare un negozio degno di questo titolo, anche se purtroppo molti preferiscono ancora spostarsi in città per i loro acquisti.

31 gennaio

Senza la vecchia proprietaria in giro per il negozio adesso mi sento profondamente sola. Non so a chi rivolgermi per un parere, un consiglio spassionato, una parola di sostegno. La ragazza che mi aiuta con la clientela è brava, svolge perfettamente il suo compito, ma da  lei non posso aspettarmi niente di più. Ho voglia ancora di dedicarmi anima e corpo al mio lavoro, ma la solitudine in cui spesso mi trovo immersa, mi lascia certe volte senza alcuna capacità per reagire davvero. Quando torno a casa consumo la cena con mia madre, che in genere non mi chiede mai come vadano le cose, probabilmente per non imbarazzarmi. Ed io perciò non le dico niente di come stiano andando le medesime cose, per non farle sentire la mia angoscia che forse le ricadrebbe addosso. Non ci guardiamo quasi, ascoltiamo la radio, diciamo giusto qualcosa a monosillabi, per mostrare di essere insieme.  E dopo basta.

1 febbraio

Mia madre è venuta al negozio oggi. Aveva un sorriso innaturale sulla faccia, e mi ha salutato in un modo tale che non è da lei. Poi si è guardata intorno, ha chiesto di quello e di quell’altro fra i capi esposti sugli appendiabito e sopra gli scaffali, quindi si è innamorata di qualcosa che ha voluto acquistare in tutte le maniere, anche se io cercavo di spiegarle che forse non le stava troppo bene. Non so cosa abbia voluto dimostrare, però quando alla fine è andata via mi ha fatto i complimenti, ed allora più o meno ho capito. Vuole starmi vicina, a suo modo, vuole sostenermi, senza che io le abbia detto niente, e niente le abbia fatto capire delle mie difficoltà; ma lei ha compreso da sola perfettamente che per me è un momento un po’ difficile, e che è in questi momenti che si sente il bisogno di qualcuno che stia dalla tua parte.

2 febbraio

Va meglio oggi. Adesso so di poter contare su mia madre se proprio ne sento la necessità. E già, soltanto saperlo, per me è un sollievo inimmaginabile.

Bruno Magnolfi

Sollievo insperato.ultima modifica: 2019-02-04T21:13:12+01:00da magnonove
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