Scoperta del nuovo.

 

Non so perché abbiamo fatto passare tutto questo tempo. Sono talmente sorpreso nel sentirmi così bene stando insieme ad una persona dopo tanti anni di solitudine, che praticamente non ho più neanche memoria dell’ultima volta che mi è accaduta una cosa del genere. Ci mettiamo seduti lì sulla veranda a parlare, e lasciamo lentamente scorrere il tempo per proprio conto, disinteressandoci quasi di tutto il resto. Marisa, le dico; come abbiamo fatto ad abitare così vicini e a non scambiare mai neppure una parola per tutti questi anni. Non lo so, fa lei; però adesso, se soltanto ci penso, non mi interessa più tanto il passato. Fino a questo momento ho vissuto quasi soltanto di quello, ho respirato i ricordi e la nostalgia come non esistesse null’altro, ma devo dire che questo comportamento non mi ha portato a niente di buono. Ora invece voglio guardare al presente, vivere la giornata, e fare quello che mi piace di più. Marisa, le dico ancora, ma è possibile che sia così, che ci succeda davvero, quando non ce lo aspettavamo per nulla. Sorride; penso di sì, mi fa sottovoce. Ma non voglio pensarci su troppo, ho voglia soltanto di sentirti ancora parlare dei tuoi pensieri, delle tue idee, di tutto quello che avresti voluto fare prima o dopo.

Stiamo seduti, certe volte ci sdraiamo persino sopra al mio letto, soltanto per stare lì, a rilassarci, a guardare il soffitto, spiegare ancora qualcosa l’un l’altra, con gli occhi pieni di sogni e di fantasie. In quei momenti non ricordo neppure che cosa sia accaduto davvero in precedenza; osservo lei, specialmente quando non se ne accorge, e mi pare che tutto all’improvviso sia semplice, leggero, senza alcuna necessità di spiegazione. Marisa, cosa ne pensi, le chiedo. E lei, con le sue maniere ormai assodate, mi spiega che all’interno della sua vita difficile, tutto adesso sembra essersi fatto così semplice, lineare, senza necessità di ulteriori decisioni. Non c’è proprio niente da decidere, mi fa, se non qualcosa su cose sciocche: cosa cucinare stasera, se indossare i pantaloni oppure la gonna, fare una doccia nel pomeriggio oppure più tardi.

Siamo anziani, indubbiamente, le dico, ma non ci siamo mai illusi di poter tornare indietro nel tempo, e questo spingerci sempre in avanti ci sta facendo scoprire forse qualcosa di diverso. Che cosa ci importa, diciamo all’unisono, di quello che possa pensare il signor Remo, quello che abita di là dalla strada, quando ci vede ridere in giardino senza neppure riuscire a metterci un freno, allegri come siamo sempre da quando abbiamo deciso che eravamo troppo simili per non stare un po’ insieme. Lui non sa niente, dico io, prosegue ad occuparsi delle cose ordinarie, dei piccoli impegni di tutti i giorni, lo fa come tutti, forse per un’abitudine assodata, o anche per il senso del dovere che a volte dopo una certa età sembra riempirci rapidamente ogni spazio. Lo guardo, certe volte, lo saluto con la cortesia di sempre, e so che ero esattamente come lui fino a pochissimo tempo fa: è stato semplice però cambiare qualcosa, modificare dei piccoli dettagli intorno ai miei giorni. Ma quello che conta più di ogni altra cosa è questo accettare di modificare la mente, di aprire le idee a qualcosa di nuovo; come se tutto sommato ci fosse ancora tantissimo da scoprire e apprezzare.

Bruno Magnolfi

Scoperta del nuovo.ultima modifica: 2018-11-04T21:05:10+01:00da magnonove
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