Diversi e distanti.

 

Si verificano in certi casi alcune giornate in cui il cielo appare particolarmente nuvoloso sopra queste colline, e si mostrano qualche volta anche degli interi periodi durante i quali tutta Borgo San Carlo, con l’intero suo agglomerato urbano formato anche da viuzze e da piccole abitazioni addossate le une alle altre, appare un luogo decisamente triste, poco attrattivo, quasi scostante, come se le stesse condizioni meteorologiche di qualche serata un po’ uggiosa, riuscisse ad avere un impatto diretto, oltre che nell’umore e nel temperamento stesso degli abitanti, anche proprio sulle case e sulle strade di tutto quanto il paese. I campi agricoli poi, appena lasciate indietro le abitazioni ed una volta usciti dal centro abitato, mostrano facilmente nelle settimane e nei mesi che passano, il susseguirsi monotono delle diverse stagioni, sopportando in certi periodi giusto qualche trattore rumoroso che si può notare con facilità dalla strada mentre si muove lentamente tra i solchi o in mezzo alle stoppie, quasi cercando, insieme agli attrezzi che ogni mezzo agricolo trascina dietro di sé, di dare una logica ed un senso a quei pezzi di terra sotto le nuvole, confinati da lunghe file di alberi e da qualche fossato.

Ci sono persone che quasi ogni giorno, dalla fermata presente nella piazza principale in mezzo al paese, salgono sopra una delle corriere in partenza, e percorrono tutto il tratto di strada necessario per arrivare alla fine nella città più vicina, ed i mezzi pubblici che si intravedono allontanarsi svogliatamente dai muri intonacati del paese di partenza, rispettando certi orari invariabili che quasi sempre sono conosciuti a menadito da tutti, mostrano per assurdo quasi un senso di vitalità per tutta quella strada statale che serpeggia nella natura, lasciando allontanare pur momentaneamente dalla comunità che abita quei caseggiati, i viaggiatori, che quasi sempre sono soltanto dei pendolari, come per dare più circolarità all’ossigeno stesso disciolto nell’aria, rassicurando in qualche maniera perfino le persone rimaste, che forse appaiono perfino contente di non essere andate con gli altri. Qualcuno osserva con una certa invidia le facce dei viaggiatori incorniciate dai finestrini dei mezzi pubblici, altri invece ascoltano soltanto il lieve rombare profondo di quei motori fumanti, quasi come fosse il respiro stesso di qualcosa che continua a produrre una qualità di esistenza altrimenti impossibile.

L’invidia in un caso o nell’altro è sempre presente in mezzo ai pensieri di tutti, e solo parlando del più e del meno con altri paesani delle cose usuali, a voce magari un po’ alta, ciascuno si mostra soddisfatto e meritevole proprio di quello che è, scansando velocemente almeno con le parole qualsiasi variazione possibile nella propria giornata e in quella lineare esistenza, accontentandosi facilmente di ciò che è riuscito a raggiungere senza aver mai dovuto sopportare compromessi a dir poco infamanti. La forma autocritica è chiaro come sia difficilmente praticata tra questi, e chi se ne addossa la responsabilità generalmente viene additato quasi come diverso, qualche rara volta con degli apprezzamenti anche positivi da parte degli altri, ma in altri casi permettendo commenti ordinari con un uso della stessa parola a mo’ di disprezzo, quasi fosse un vero strumento per tenersi alla larga da simili distanti personalità.

Bruno Magnolfi

Diversi e distanti.ultima modifica: 2018-11-02T10:58:26+01:00da magnonove
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