Domani, se vuoi.

 

Non mi interessa, ho ben altre cose sulle quali impegnare la mente, non sono questi gli argomenti a cui ho bisogno di tener dietro adesso. La motocicletta romba veloce sopra l’asfalto, le facciate delle case fuggono via ai lati di queste strade, quasi come se niente di tutto il centro abitato meritasse di stare un attimo in più davanti ai suoi occhi. Non mi riguarda neppure tutta questa cosa che improvvisamente sembra assumere tanta importanza, pensa Renato tra sé: lei è una ragazza come tante, forse una che non riesce neppure a valorizzare davvero chi le si para di fronte; una che probabilmente esce col primo che sa mettere assieme la battuta di spirito maggiormente efficace, senza preoccuparsi di altro. Mi pareva diversa, mi pareva capace di valutare meglio le situazioni, ma forse sbagliavo, a niente è servito cercarla, invitarla ad uscire da quella solitudine in cui pareva ancorata.

Ma tutto questo comunque non ha neppure troppa importanza in questo momento, quello che mi dispiace maggiormente è soltanto la figura che mi ha fatto fare davanti ai miei amici, anche se loro a quest’ora avranno sicuramente già dimenticato ogni cosa. Però mi dispiace davvero, se ci penso ancora un momento. Vorrei avere la possibilità di recuperare la situazione, farmi spiegare proprio da Clara il motivo per cui mi ha lasciato lì, con gli altri ragazzi, senza nemmeno provare a darmi una spiegazione qualsiasi. Non ho più voglia di passare davanti al negozio dove lavora, senz’altro non lo farò più a questo punto, però so dove abita, e aspettando pazientemente l’ora in cui termina il suo orario e se ne torna come ogni sera a casa sua, potrei andarle dietro, o addirittura aspettarla davanti alla sua abitazione.

Potrei farmi trovare proprio là davanti, da solo, con le mani dentro le tasche, e chiederle con semplicità se ha giusto un momento per parlare con me. Certo, potrebbe rispondermi, e forse aggiungere subito con gli occhi bassi che le è dispiaciuto parecchio essersi comportata in quella maniera con me, anche se è riuscita a rendersene conto soltanto più tardi. Non importa, potrei dirle io, avevo capito benissimo che è stato un gesto senza cattiveria, che non ti era passato neppure per la testa di volerti comportare in modo scostante con me. Certo, è più che evidente. Tutto parlandone si chiarisce con facilità, tra persone che si vogliono bene.

Poi penso che potrei passarci subito da casa sua, senza aspettare un attimo in più, fiondarmi lì con la mia motocicletta, e magari attendere sotto a un lampione che tutto si svolga in modo tranquillo, senza neppure un’ombra di risentimento. Basta un momento, tiro le marce lungo le curve e sono lì. Le luci a casa sua sono già tutte accese, forse Clara è arrivata, anche se non vedo la sua auto al parcheggio. Attendo un momento con la moto ancora che romba nel silenzio di quel piccolo gruppo di case, poi arrivano due fari dietro di me, si fermano, è lei, va tutto bene, mi dico, va tutto proprio come pensavo. Ciao, mi dice soltanto appena spento il motore; se attendi me purtroppo adesso non ho proprio tempo. Però ci possiamo vedere alle solite panchine, insieme ai ragazzi, davanti al bar Soldini; anche domani se vuoi.

Bruno Magnolfi

Domani, se vuoi.ultima modifica: 2018-10-30T21:18:31+01:00da magnonove
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