Verso di lei.

 

Va bene, dice il ragazzo ai suoi amici seduti accanto a lui. Poi con le mani dentro le tasche si alza e si allontana senza fretta dalle panchine dove ogni giorno lui e tutti gli altri si ritrovano, dopo uscito dalla piazza principale e procedendo sul marciapiede lungo la strada che attraversa il centro abitato della cittadina. Torna poco dopo trattenendo sul viso la medesima espressione che aveva prima, e le mani ancora sprofondate nelle tasche. Non c’è, dice subito agli altri che lo guardano: ho anche aspettato diversi minuti, ho gironzolato davanti alla vetrina del negozio per un po’, ma lei non c’era, forse non è questo il suo turno di lavoro.

Va bene, dicono gli altri vagamente dispiaciuti, forse dopo l’ora di chiusura dei negozi si farà vedere lo stesso, anche senza invito. Poi riprendono a dirsi le cose di sempre, a battersi le pacche sulle spalle per incoraggiamento, a ridere forte per delle uscite curiose di qualcuno, e a parlare costantemente solo del presente e del passato prossimo, scherzando e divertendosi. Un paio di loro a turno si staccano e vanno a prendersi una birra dentro al bar Soldini, tornando con la bottiglia in mano e la faccia di chi in fondo si sente proprio stanco di quei pomeriggi così vuoti. Si sostiene sottovoce che sia necessario andarsene al più presto da questo paese cencioso e senza sbocchi, dove non si intravede mai una variazione nell’andamento ordinario delle cose. C’è anche chi dice che non ha proprio più voglia di continuare ancora con questa vita così monotona. Ma c’è subito uno che prende in giro un altro, ed in questo modo si ricomincia a ridere di tutto, senza parlare più di quel loro futuro incerto e doloroso.

Clara, trascorso ormai parecchio tempo, esce dal retro del negozio, dopo aver tirato fuori dagli scatoloni tutta la merce nuova che è stata portata dal rappresentante. La signora Martini si è tenuta da una parte, ha lasciato che prendesse lei l’iniziativa sulle cose da farsi lasciare e quelle da non prendere proprio in considerazione. Le aveva detto subito alla sua commessa di non sentirsi in forma, di avere mal di testa, di non essere capace di scegliere i nuovi articoli che il rappresentante aveva proposto per la nuova stagione.  Ma non ci sarebbe stato in nessun caso alcun problema: in fondo a Clara piaceva molto stare in mezzo a quelle cose, per cui scegliere il nuovo campionario ed immaginarsi già le parole con le quali presentare ogni pezzo alla loro clientela le tornava del tutto naturale, anche se proprio non capiva la necessità da parte della titolare dell’esercizio di ricorrere a dei sotterfugi per farla impegnare di più, per dare il massimo di se stessa, perché in fondo era qualcosa che stava già facendo da diverso tempo.

Alla fine è ora di chiudere, e Clara pur pensandoci sopra non capisce ancora cosa si potessero essere mai dette sua madre e la signora Martini alle sue spalle in quei giorni appena trascorsi, anche se adesso però si sente bene, sicura di sé, convinta di ciò che la sta aspettando. Il solito saluto di sempre all’anziana proprietaria del negozio, e quindi qualche passo verso la piazza, verso quelle panchine, davanti al bar Soldini, dove forse qualcuno è rimasto ancora lì ad aspettarla. Ciao ragazzi, dice con un sorriso, e gli altri si voltano tutti verso di lei.

Bruno Magnolfi

Verso di lei.ultima modifica: 2018-10-01T18:28:22+02:00da magnonove
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