Dentro, ma anche fuori.

Certe volte ho paura; e allora filo a nascondermi. Mi metto occhiali con lenti scure, vestiti ordinari, e vado in giro senza neppure chiedermi verso dove. Qualche volta un amico viene con me; dice: non so come tu faccia ad essere così indifferente. Esperienza, gli rispondo, capacità maturata nel tempo, forse assieme alla paura costante di sentirmi troppo coinvolto nei fatti degli altri.

Lui resta in silenzio, ed in genere mi trascina in qualche locale dove ci mettiamo ad un tavolino davanti ad un bicchiere di birra, tanto per cercare di non pensare più a niente. Ma in seguito le cose si complicano, qualcuno viene sempre a chiederci che cosa siano quelle espressioni di sprezzo, quella mancanza di attenzione verso qualsiasi vicenda possa accadere. Lancio un cenno di intesa al mio amico, ci alziamo quasi nel medesimo istante, e poi ce ne andiamo in silenzio da lì.

Fuori per strada è già buio, ma qualcuno poco dopo ci segue, forse soltanto per capire davvero a quale logica facciamo riferimento, anche se noi cerchiamo di essere soltanto persone qualsiasi, senza schieramenti o scelte di fondo. Infine ci bloccano, dicono che siamo sicuramente nemici, che non possiamo permetterci un comportamento del genere, ed infine ci gettano a terra, quasi per farci capire che da ora in avanti non dovremo più andarcene in giro in questa maniera.

Malconci restiamo a lungo in silenzio, scegliamo la strada più breve per tornarcene a casa, poi ci salutiamo ad un bivio, incapaci anche di prendere una posizione precisa. Rientro da solo senza fare troppo rumore, ed infine mi siedo nelle mie stanze rassicuranti: non ho neppure la voglia di ripensare a quanto accaduto, visto che qualsiasi riflessione non porterebbe a niente di buono. Mi limito ad osservare gli oggetti consueti da cui sono circondato, e mi rendo subito conto che non c’è altro che conti davvero.

Quando torno ad uscire da casa ripercorro tutta la strada, quasi avessi perso qualcosa lungo quei marciapiedi; ritrovo anche il mio amico, forse mosso dagli stessi miei sentimenti, ed insieme rientriamo nello stesso locale di prima. Avevate ragione, spiego a tutti senza scegliere le cose da dire: eppure ci sono maniere di essere che ancora coesistono dentro di noi, e ci portano a scelte inconsapevoli, spesso arbitrarie e illegittime.

Non ci saranno variazioni, dice il mio amico; purtroppo siamo destinati a procedere in questa stessa maniera, ed anche se proveremo a dare un aspetto diverso alle nostre cose di sempre, finirà che dovremo adattarci a quelle che sono le vecchie abitudini. Nessuno scossone ci farà mai cambiare davvero: seguiamo i contorni di uno stampo già definito, l’identità ormai è data.

Quando infine ce ne andiamo, nessuno trova niente da dire: è stata una serata difficile, penso senza parlare; c’è un corto circuito che si forma da qualche parte, ma non potremo mai essere certi che il motivo che lo ha generato non sia direttamente dentro noi stessi.

Bruno Magnolfi

Dentro, ma anche fuori.ultima modifica: 2016-07-19T15:37:53+02:00da magnonove
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