Suggestioni del tempo (cortometraggio n. 6).

Molti anni dopo che tutto quanto si sia svolto, la donna ormai attempata scende dal treno alla stazione del paese, sorride con leggerezza a chi incontra camminando con il suo passo svelto, e giunge velocemente, come fosse proprio la sua meta, fino al ristorante dove tanti anni prima ricorda di aver quasi insediato il proprio ufficio di relazioni sociali. Ricorda di essere apparsa soltanto una straniera quando tutto era accaduto, questo il punto, ma forse lo è quasi più adesso di una volta. Un cameriere anziano del locale però la riconosce, la invita a sedersi, le porta come gesto di cortesia l’aperitivo della casa, proprio come tanto tempo prima accadeva con frequenza.

Lui viene subito avvertito, non passano neppure molte decine di minuti, e alla fine, quasi fosse stato lì, come in attesa, si fa avanti lentamente nella sala, poi la guarda, la saluta pur senza grande enfasi, e ambedue rimangono per un attimo in silenzio; infine spiega in due parole come lui sia rimasto sempre fedele a quel piccolo paese praticamente di frontiera. La donna si commuove alla sua vista, cerca di spiegare in fretta come abbia dovuto affrontare mille volte dentro di sé quel nodo enorme di problemi che si erano andati accumulando in quel periodo, e di come sia riuscita, pur impegnandosi, a darne solamente una soluzione provvisoria, tale che le è risultata soltanto sufficiente, almeno fino a quel momento, per riuscire giusto a sopravvivere.

Lui spiega come adesso sia tardi per qualsiasi cosa, lei annuisce mostrando in qualche modo il suo dolore: in fondo lei sta lì soltanto per cercare di espiare la sua colpa. Il cameriere di poco prima a sorpresa le serve un antipasto, come fosse stato ordinato in qualche modo chissà da chi, ma lei sorride, ne è felice, sembra quasi possa essere esattamente ciò di cui aveva proprio bisogno; non c’è alcuna nostalgia in tutto questo, pensa chi assiste a quella scena, solo puro ricordo. La donna assaggia il piatto, l’uomo le sfiora una mano, ma poi in fretta si inchina, l’osserva in silenzio per un lungo attimo, e dopo se ne va, con un saluto quasi fumoso, come forse si scambiavano una volta; lei è caparbia, intende trattenersi ancora a lungo, pensa che deve assaporare ancora molte cose, deve addirittura ritrovare quell’atmosfera sospesa che forse le manca, per esempio, e deve ancora vedere quelle espressioni che adesso forse le appaiono un po’ distanti, ma che a tratti, se si concentra, sembra quasi riuscire a riconoscere.

Infine si alza, il suo tempo sembra ormai quasi esaurito, così esce dal locale, si incammina anche se non sa di preciso neppure verso dove andare. E’ esattamente in quel momento che l’uomo la raggiunge, la ferma sulla strada, così le prende le mani, la guarda in fondo agli occhi con grande intensità; poi tira fuori da una tasca un paio di orecchini rimasti come a mezz’aria dentro al tempo. Lei li prende, è una sorpresa, qualcosa che sicuramente non si poteva attendere, e forse per quel gesto vorrebbe addirittura piangere, sfogarsi di qualcosa che potrebbe risultare persino difficile da trattenere ulteriormente, ma assumendo un’espressione superiore al semplice stupore, adesso riesce nello stesso attimo a mostrarsi già più forte di qualsiasi sciocco sentimento.

In ultimo la donna torna alla stazione per risalire sopra al treno che l’ha portata soltanto poche ore prima fino lì. Forse per la prima volta in vita sua sarebbe perfino disposta ad accettare le cose come sono, proprio come le vede adesso, di fronte a sé, senza provare, come sempre è stato, il desiderio irrefrenabile di tentare con caparbietà a cambiarle tutte. Ma ora è veramente tardi per essere diversa, pensa: il tempo della vita ormai si è preso tutto, non ha lasciato molte differenti possibilità; e questa bestia vorace ha anche preteso per sé qualsiasi ulteriore riflessione, fino a far diventare il resto quasi un niente, forse solamente una banale suggestione.

Bruno Magnolfi

Suggestioni del tempo (cortometraggio n. 6).ultima modifica: 2014-03-24T21:00:10+01:00da magnonove
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