Il rispetto fondamentale.

           

            In un futuro imprecisato, la polvere in aria ammanta una giornata livida, priva di colori. Lei attraversa la strada deserta, si comporta alla stessa maniera di sempre, si scruta attorno, con attenzione, getta un’occhiata sopra le facciate delle abitazioni. Ciò che rimane, in questo deserto di inclinazioni e di volontà, sono soltanto le abitudini, pensa, e intanto si volta ad osservare qualcosa alle sue spalle, ma soltanto seguendo un’intuizione ormai quasi priva di senso.

            Una persona, un uomo, si affaccia alla porta di casa, saluta la donna che prosegue a camminare per la sua direzione, le dice che tutto va bene, non c’è niente di nuovo. Più tardi, lui non può sapere adesso quando sarà di preciso, andrà da lei, dice, assieme a tutti gli altri, passeranno anche quel giorno un po’ di tempo insieme, come fanno spesso, almeno una volta ogni due giorni. La donna fa cenno di si con la testa, conosce perfettamente quale sarà quel percorso, ma prosegue nel suo cammino, sa che ci sono cose verso cui non si può fingere indifferenza, e infine si ferma nei pressi di un’auto di lusso parcheggiata al fianco del marciapiede.

            Qualcuno l’aspetta nell’abitacolo, l’autista avvia il motore mentre lei sale chiudendo lo sportello dietro di sé. Non c’è niente da dire, spiega la donna, tutto sembra usuale, fin nei dettagli; l’unica differenza sta nelle cose che si riesce a riflettere, dentro ai pensieri, anche se quelli, per ragioni profonde, di smaccata opportunità, è bene non escano mai dalla testa. Ecco, già dicendo in questa maniera, la donna ha tradito un comportamento che forse è soltanto un retaggio di altri momenti, i tempi nei quali era forse possibile anche parlare senza preoccuparsi di niente.

            Nell’automobile qualcuno registra le frasi che vengono dette, gli uomini presenti si osservano attorno, in silenzio, proseguono a fare il proprio lavoro anche se non capiscono affatto a cosa potrà mai servire. La macchina continua a girare a vuoto in quel quartiere, poche persone la osservano, senza insistenza. Infine il mezzo si ferma, nella stessa esatta posizione da cui era partita, la donna esce dall’auto, guarda per un attimo il suo orologio, e si dirige verso il grande edificio dove sembra che tutto abbia un senso, perfino le cose che non si capiscono. Entra, saluta qualcuno degli uomini che non perdono di vista ogni suo gesto, entra dentro la sala in cui si terrà di lì a poco la pubblica conferenza. 

            Qualcuno degli uomini già presenti nell’auditorium l’applaude, quasi tutti si voltano verso di lei, la donna raggiunge di fretta il tavolo sopra quel palco, qualcuno le porge la sedia, altri le fanno spazio, in modo da metterla perfettamente a suo agio. Lei si siede, si schiarisce la voce, osserva tutta la platea prima di parlare, infine dice: sono stanca di tutto; probabilmente qualcuno si aspetta qualcosa di nuovo, di diverso, qualcosa che possa aprire le porte ad una nuova situazione per tutti. Non ci sarà niente di nuovo, prosegue la donna, non ci può essere niente di diverso se non ci si sforza di variare il proprio punto di vista. Soltanto quello può essere davvero la novità del momento, ma non ve lo posso indicare, non ve lo posso insegnare, non ve ne posso neppure parlare davvero: dovete sforzarvi di sentirlo, perché io, ne sono sicura, è già dentro di voi, lo custodite all’interno di voi, forse non ne avete alcuna coscienza, non lo immaginate neppure così, in questa esatta maniera come io ve ne parlo; ma state sicuri, è presente, ed è un ingrediente che è nato con voi, con tutti voi.

            Bruno Magnolfi

Il rispetto fondamentale.ultima modifica: 2012-03-08T21:09:12+01:00da magnonove
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