Faccia da negro.

           

            Generalmente sta fermo, appoggiato a qualcosa. In certi casi invece si muove camminando in modo dinoccolato, e dondolando svogliatamente raggiunge qualcuno dei ragazzi e gli dice sottovoce qualcosa, giusto per fare conversazione. Non gli piace troppo passare le serate davanti a quel bar a non fare niente, però proprio non sa dove altro potersene andare. Certe volte preferirebbe restare al lavoro, nel più grande ospedale della città. Gli piace parecchio quando qualcuno là dentro gli chiede qualcosa scambiandolo per un vero infermiere, anche se lui in realtà svolge soltanto le mansioni di un ordinario inserviente. Però ugualmente si sente utile agli altri, sa che il suo lavoro partecipa ad un insieme di cose che portano avanti tutto quel grande ingranaggio là dentro, e questo gli basta.

            E’ ancora giovane, probabilmente dovrebbe trovarsi una bella ragazza, come fanno quegli altri, però lui è timido, e poi soprattutto si sente ancora proiettato alla scoperta del mondo, e ritiene di avere ancora moltissime cose da imparare e pensare, non può frenare quel suo percorso soltanto per una cosa del genere. Certe volte osserva i degenti del suo reparto, e gli pare incredibile che una sola persona riesca a racchiudere tante cose come ognuno di loro, e quando li sente parlare, confidare i propri timori ai parenti o agli infermieri, rimane talmente stupefatto che qualcuno del personale nei corridoi trova sempre la maniera di prenderlo in giro.

            L’umanità gli sembra tutta meravigliosa, e gli pare proprio che ognuno abbia dentro di sé talmente tante cose da dire, che lui in qualche caso si spaventa perfino di qualche discorso che si trova ad ascoltare, ma si sente attratto da tutti, specialmente da coloro che sono nati lontano, chissà in quale paese e in quale realtà, proprio come lui, che è un trovatello, uno che probabilmente non conoscerà mai i suoi genitori.  

            Così se ne sta assieme agli altri davanti a quel bar anche stasera, come parecchie altre sere, quando proprio non è di turno giù all’ospedale. Ogni tanto qualcuno di loro gli dice qualcosa, gli lancia qualche battuta, ma in fondo tra quei ragazzi non c’è quasi nessuno che cerca di prenderlo in giro, i più lo rispettano, anche se dicono che ha la faccia un po’ strana e che riesce ad assumere certe espressioni diverse da tutti; tutti sanno però che è uno che vede ogni giorno gli aspetti più duri della vita e delle miserie del mondo, e questo elemento è davvero importante, e forse è proprio quello che conta più di ogni altro, anche tra loro.

            Bruno Magnolfi

Faccia da negro.ultima modifica: 2011-11-04T12:38:47+01:00da magnonove
Reposta per primo quest’articolo