Un motivo qualsiasi

Il Rosso era entrato nel minimarket per rubacchiare qualcosa da mangiare. Non era malmesso nel vestiario e si era rasato il giorno avanti, nessuno poteva sospettare che fosse un barbone, uno che dormiva dove capitava. Non gli faceva piacere arrivare a quegli estremi, però in certi casi, quando la fame si faceva sentire cioè, non c’era una soluzione più semplice e immediata. Gli era venuto a mente addirittura di prendere una bottiglia di vino, se ce la faceva, non per sé, che a lui neanche piaceva bere, ma per quel paio di alcolizzati che si ritrovava sempre intorno quando andava alla stazione dei treni, gli unici che frequentava, e che erano sempre a lamentarsi e a chiedergli qualcosa.

Con questi pensieri aveva scorso il corridoio delle bibite, ma c’era della gente coi carrelli, non era il momento di nascondere una bottiglia nella sua giacca, così si era limitato a prenderne una per il collo e a tenerla in mano, con indifferenza. Una signora dalla voce antipatica gli aveva chiesto di aiutarla a prendere una confezione un po’ in alto, e lui si era allungato senza dir niente, con il massimo di naturalezza. La donna ringraziando lo aveva squadrato, come facevano a volte certe persone, poi si era disinteressata di lui.

Fu allora che il Rosso era passato in cima al corridoio degli scaffali per cercare il reparto dove tenevano i salumi e i formaggi, ma aveva visto qualcosa di strano dalle parti della cassiera, una ragazza giovane, che avrebbe potuto essere sua figlia. Un uomo in piedi le era accanto, e il Rosso immaginò che la stesse minacciando col coltello per farsi consegnare i soldi della cassa, dall’espressione di lei non si poteva pensare molto di diverso. Nessuno si era accorto della faccenda, così il Rosso si avvicinò per comprendere meglio le cose. Arrivò in silenzio alle spalle dell’uomo e si accorse subito che era proprio come lui aveva pensato. Non era mai stato un coraggioso, ma quella ragazza, pallida e impaurita com’era, gli faceva proprio pena, poteva benissimo essere sua figlia se solo la vita fosse stata un po’ più generosa con lui, così d’istinto gli venne voglia di spaccargli la bottiglia in testa a quel farabutto. Forse, se avesse pensato un po’ di più, il Rosso si sarebbe accorto che tra lui e quell’uomo c’era una differenza inferiore a quella che sentiva, ma le cose a volte non si fanno con i ragionamenti, ma col cuore.

Gli arrivò ad un passo mentre la ragazza terrorizzata e con la cassa aperta stava consegnando i soldi che aveva trovato, mentre l’uomo con la sua statura copriva quasi interamente tutti i gesti di ambedue. Il Rosso brandiva la sua bottiglia, forse con dei gesti più lenti del necessario, e l’uomo si girò verso di lui appena un attimo prima che potesse sferrargli il colpo previsto. L’uomo all’ultimo momento schivò la bottiglia, afferrò d’istinto la giacca del Rosso con la mano libera, come per tenerlo fermo, mentre con l’altra gli sferrava una pugnalata vigorosa allo stomaco. Il Rosso cadde a terra stringendo ancora la bottiglia di vino nella sua mano, che si ruppe in un attimo in mille frammenti spandendo sul pavimento tutto quel vino, l’uomo afferrò quanto poteva dei soldi e infilò la porta nello stesso momento in cui un paio di clienti iniziavano ad accorgersi di quanto stava accadendo. La cassiera adesso piangeva ed urlava, il Rosso sdraiato perdeva sangue come da un rubinetto aperto, e qualcuno si era piegato su di lui, ma si era immediatamente accorto che le sue condizioni erano critiche.

Una donna, forse la stessa che prima aveva aiutato, stava chiedendogli qualcosa, in ginocchio, piegata sulla sua faccia, ma non rispondeva più niente, il Rosso, non aveva più fiato, e anche se ne avesse avuto non aveva proprio niente da dire a degli estranei. All’improvviso sentiva dentro di sé la vita scappare, proprio da lui, che non gli importava poi molto della sua vita; vedeva, intorno al suo corpo tremante, una situazione pur annebbiata però così stupida, così insignificante, assurdamente in linea con tutte le sue cose, così come gli erano sempre accadute. Pensava, voleva ancora pensare, come per un ultimo atto della sua esistenza, ma la cosa che adesso gli sembrava dispiacergli maggiormente era solo per quella bottiglia, quella bottiglia di vino che non avrebbe più potuto portare ai suoi amici.

Bruno Magnolfi

Un motivo qualsiasiultima modifica: 2010-06-15T20:44:28+02:00da magnonove
Reposta per primo quest’articolo

Un pensiero su “Un motivo qualsiasi

  1. Il tuo racconto mi fa venire in mente quanto a volte la Morte sia così poco fantasiosa a giocare con noi e farci morire così stupidamente. La Morte non è paziente, è spesso sadica. Ciao, Sergio…

I commenti sono chiusi.