Variazioni di percorso

Di venerdì a Geraldo piaceva tornare a casa a piedi dopo il lavoro. Era una maniera come un’altra per liberarsi da tutti i pensieri e le preoccupazioni che il suo mestiere di ragioniere gli procurava in tutto l’arco della settimana, ed affrontare il riposo del sabato e della domenica con la testa leggera. Dall’ufficio di commercialista, dove lavorava come dipendente insieme ad altre dieci persone, ci voleva circa un’ora per arrivare fino a casa sua senza prendere l’autobus, e tutto quel grande quartiere che attraversava di venerdì sera appariva così interessante al suo passo tranquillo, cadenzato, che solo quella semplice passeggiata gli pareva una festa. In fondo la sua vita era semplice, e lui non chiedeva molto per sentirsi contento e appagato. La sera, qualche volta, andava in un bar sotto casa, si prendeva un caffè e scambiava qualche parola con le persone che conosceva da sempre. Gli piaceva starsene un po’ lì, in quell’aria fumosa da perdigiorno, gli pareva di sentirsi tra amici, in mezzo a discorsi leggeri, senza pensieri. Fu la sera di un sabato qualsiasi, che qualcuno aveva portato quella ragazza, forse appena un po’ sbronza, a dire la verità, però una persona simpatica, pronta allo scherzo. Avevano bevuto ancora qualcosa, poi lei si era avvicinata a Geraldo e gli aveva detto che aveva una bella camicia, così erano usciti insieme dal bar, perché lei aveva caldo e tutta quella gran confusione le faceva girare la testa, ed erano arrivati fino in fondo alla strada, dove si erano messi seduti sui gradini della chiesa lì all’angolo. “Certe volte mi sento un po’ sola”, aveva detto lei, e l’argomento così era girato tutto attorno a quel suo problema. “Tu sei in gamba”, gli aveva detto, una volta esauriti i discorsi; “Non sei come quei quattro ignoranti nel bar che ti pagano qualcosa da bere e così pensano di potersi permettere tutto”. Lui l’aveva accompagnata fino a casa, quella sera, e si erano dati appuntamento per il giorno seguente, per mangiare qualcosa alla svelta e andarsene al cinema. Ma Geraldo era passato dal bar molto prima dell’orario dell’appuntamento, e aveva trovato un ragazzo di quelli che erano lì anche la sera prima; quello gli aveva messo una mano sotto ad un braccio, come si fa tra gli amici, e guardandolo dritto negli occhi gli aveva detto che quella ragazza era una che ci stava con tutti, bastava pagarle qualcosa, non c’era problema. Lui era uscito dal bar con la testa confusa, aveva pensato al suo solito lunedì che sarebbe arrivato di fretta, e alla lunga settimana in ufficio dietro alle solite carte, poi aveva girato un po’ a caso per le strade di tutto il quartiere. Il suo passo era sempre più lento, più pesante, più stanco: non sapeva più cosa voleva, non riusciva a prendere una qualsiasi decisione. Infine, del tutto soprappensiero, all’ora del suo appuntamento si era ritrovato nel solito bar, se ne era reso conto solo quando ci era arrivato davanti, così era entrato spingendo lentamente la porta vetrata: c’era lei, seduta ad uno di quei tavolini, lo stava aspettando con la stessa espressione simpatica della sera passata, e Geraldo in un attimo aveva capito che cosa voleva davvero.

Bruno Magnolfi

Variazioni di percorsoultima modifica: 2010-01-25T15:46:52+01:00da magnonove
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