6 pensieri su “25 agosto 2009 – Valutazioni sbagliate

  1. Il tema trattato in “valutazioni sbagliate”, riguarda la solitudine. Ci sono diversi tipi di solitudine, in questo caso l’autore ci parla della solitudine sociale, che si esprime nella difficoltà di collocarsi nella società, per cui ci si sente fuori posto, non accettati e riconosciuti, o addirittura esclusi, e rifiutati dagli altri.
    Solo l’inquilina in difficoltà saprà cogliere il suo estremo bisogno di conferme, di rassicurazioni, e d’amore .
    Meravigliosa narrazione.

  2. Anche il racconto del 26, continua a trattare l’argomento della solitudine, solo che questa volta riguarda la “solitudine affettiva” che si percepisce attraverso l’ansia dell’abbandono, della separazione, attraverso una grande vulnerabilità, il senso di vuoto, la paura di non farcela anche di fronte ad impegni ordinari.
    Renata , non guida, non ha poi tanti amici, ed è sempre in confusione, un immagine molto delicata e affascinante di una donna sola, sapientemente descritta dall’occhio attento di un arguto osservatore .
    Ma mi viene d’aggiungere a concludere che, la solitudine, non và vista solo come una carenza, ma può rappresentare una risorsa, a disposizione del singolo, per ritrovare una sua identità di fondo, anche in una società difficile come l’attuale.

  3. Gli uomini hanno insito in loro il concetto di branco, di solidarietà, di competizione rozza ma cristallina e dichiarata.
    Noi donne tramiamo, coviamo invidia e rancore, ci annusiamo a lungo, viviamo di competizione sotterranea. Neghiamo sempre di provare sentimenti bassi, come l’invidia, gli uomini no, gli uomini si picchiano, affrontandosi in modi schietti, elementari, barbari,e forse sinceri. Si prendono a parolacce, si affrontano, e poi dimenticano. Noi agiamo quasi sempre alle spalle e sappiamo dosare il veleno in piccole gocce, siamo più subdole. Più intelligenti forse, ma più cattive. E’ per questo che la vera parità non l’avremo mai. Perchè gli uomini sanno allearsi noi no. Noi non la vogliamo la parità, perchè ad un posto di comando, preferiamo vedere sempre un uomo, piuttosto che un altra donna.

  4. Bisognerebbe trovare il coraggio di confessare a noi stesse la nostra genetica meschinità, di guardare in faccia i nostri lati oscuri, di riconoscerli per elaborarli, io la mia invidia l’ammetto sempre, perchè è l’unico modo per esorcizzarla, e dunque renderla innocua.
    L’invidia è pericolosa, quando la si nega o le si affibbia, un altro nome, quando la si traveste da “moralità.

  5. Bè il tema sfiorato dal racconto del 26 “sola”sfiora un argomento molto intrigante: E’ facile emarginare qundo si è in gruppo, per puro conformismo, chi è diverso da noi!
    Questo vale sopratutto oggi più che mai e spesso sono le donne nei confronti di altre donne, e i loro uomini non fanno migliore figura!
    Quanto falso moralismo c’è nelle donnette del raccontono che tanto si danno da fare per emarginare Renata, che risulta essere fuori dai loro schemi!

  6. Credo che il tema del racconto” Sola”riguardi anche l’essere diversi rispetto alla norma.
    Chi si allontana dalla norma è spesso emarginato
    Leggi scritte e non scritte governano le nostre vite, stabilendo le distinzioni tra bene e male, tra virtù e vizio, tra successo e fallimento.
    Renata si fà notare diversa dalle altre donne, alla festa, è l’unica che arriva da sola, che si veste in maniera appariscente, e si comporta diversamente dalle altre donne .
    Ma non sempre la diversità è anomalia: noi siamo diversi dagli altri e gli atri sono diversi da noi, tutto qui!

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