30 pensieri su “Racconti in corso

  1. La lenta scansione dei gesti ripetuti, e sempre uguali all’inizio di ogni nostra giornata, è rassicurante, il susseguirsi dei giorni che si avvicendano altrettanto uguali, ci tranquillizzano; ma di quanta sicurezza abbiamo bisogno per affrontare la giornata, e sono queste le sicurezze per cui è giusto andare avanti? Tutto questo lento e rassicurante vivere in realtà un pò mi spaventa …nulla ci appartiene, tanto meno il tempo che sembra scorrere lento ma che non torna più indietro come tutte quelle mattine e i giorni apparentemente uguali.

  2. Credo che momenti così intimi e sereni vissuti allo spuntar del giorno, valgono tutte le mille vicissitudini di una giornata .Storia dolce e struggente .

  3. Certo che incominciare un nuovo giorno è un pò come prepararsi ad affrontare un nuovo viaggio. Semplici gesti che precedono la partenza, ma il momento atteso..è la partenza, si parte verso un nuovo giorno..un nuovo viaggio.

  4. “Lui non guardava il treno che prendeva velocità e io pensavo che il viaggio è anche questo, svegliarsi da qualche parte, ma dove? Vedere un uomo che si arrotola una sigaretta, perderlo subito di vista, ricordarsene per sempre.

  5. < Non solo passeggeri, non solo città, non solo stazioni e aereoporti: ma il brivido dei nostri passi che incrociano, per un attimo o per sempre, altri destini>.(M.Lesbre)

  6. Solo fino ad un certo punto è a dir poco accattivante nella sua struttura narrativa..inutile dire che una crescente curiosità, porta il visitatore a frugare tra le pagine del racconto, nella segreta speranza che la narrazione sia andata avanti..Nel racconto spicca la compostezza del protagonista , gesti e rituali che si ripetono quotidianamente…è un uomo rassegnato, forse un pò deluso, tutto appare gia visto..Solo i sogni riescano a sorprenderlo..e ridargli la voglia di sperare .

  7. Personalmente la parola “speranza” mi crea una certa inquetudine, l’uso di tali vocaboli lasciamoli al Clero( che fonda la propria ragione di esistere nell’uso di vocaboli illusori )… di Speranza si muore..e invece la vita và vissuta intensamente e con obiettività ..Solo fino ad un certo punto rappresenta un lucido spaccato di vita quotidiana vissuta con occhi ben aperti..

  8. Personalmente la parola “speranza” mi crea una certa inquetudine, l’uso di tali vocaboli lasciamoli al Clero( che fonda la propria ragione di esistere nell’uso di vocaboli illusori )… di Speranza si muore..e invece la vita và vissuta intensamente e con obiettività ..Solo fino ad un certo punto rappresenta un lucido spaccato di vita quotidiana vissuta con occhi ben aperti..

  9. Ma “fino a un certo punto”… non finisce cosi vero?( il titolo del racconto, lascia adito a pensarlo) per sapere come và a finire cosa dobbiamo fare?..io passo le giornate a chiedermi cosa succederà al tranquillo protagonista (mica tanto quando sogna)…e però ora non sò più cosa pensare…

  10. Comm. a pensieri de21-03
    Tutti abbiamo una ferita “segreta” per riscattare la quale combattiamo.(Calvino-Il sentiero dei nidi di ragno)

  11. Commento al 25-26 Ciao sono Miche..mi piace passare dal blog ogni tanto per vedere come si aggiorna, e seguire i racconti che continuano, mi piacciono i ritratti delle donne che fai..e però come non notare che i nomi delle tue donne iniziano tutti con la M, è cercato ? o ti capitano? e se ti capitano sono tutte sul genere di Marianne ?Se è così, bè 6 un mito!!!! E però raccontala giusta la storia del 26 dai ? Conclusione romantica, certo ….ma qui al bar del”Cardillac”nessuno ci crede!

  12. Noi donne parliamo tanto ..ma questo non vuol dire che siamo disponibili, e questo vale anche per voi uomini credo. Comunque nella storia la piccola e dolce protagonista ha trovato compagnia , per tutto il tempo necessario a dare l’esame, ha potuto scaricare così tutte le sue tensioni e..infine finalmente ha dato l’esame… e poi all’indomani.?.. lui solo come un cane!!..Ma vi chiedo: quando una ragazza diventa la confidente-amica di un ragazzo come và interpreta la cosa? Mi piacerebbe avere l’opinione di voi ragazzi…. Da ragazzina , ho sempre schivato i parolai, i possessivi gelosi, gli intraprendenti, preferivo i silenziosi e tranquilli, quelli che non amavano apparire, mai dato appuntamento a nessuno di quelli che m’intrigavano, ci si salutava dicendoci: alla prossima … Magari ci si ribecca, ecc… questo ci rendeva liberi..ma qunto fascino c’era nel ritrovarci… A mè purtroppo non è mai successo di poter dormire con un amico senza che ci provasse…e forse non ho mai avuto un vero amico.

  13. :Ti svegli .. c’è tristezza dentro di te, forse stanchezza, nell’aria odore di caffè e poi di corsa alla fermata dell’autobus, che sta passando proprio allora, abbassi gli occhi..ma poi ti accorgi che l’autobus rallenta e aspetta te..l’autista ti fà cenno di salire..e tutto sembra girare per il verso giusto.. e alla tua fermata sciendi veloce , il vento improvviso ti fà alzare la testa verso il cielo… e la vita sembra dirti SI.

  14. Siedo sul’erba e guardo il cielo…questo solo questo voglio fare, in questi limpidi giorni di primavera : Sdraiarmi sull’erba ad occhi chiusi. e guardare dentro di me..sognare e sognare…la magia del tuo ritorno.

  15. Gli occhiali stabiliscono il confine di un mondo parallelo al nostro … scrissi sulle pagine del mio album da disegno. Sin da piccola mi rifugiavo nelle pagine degli album da disegno, passavo ore a descrivere quello che vedevo o che immaginavo, ma da adolesciente..purtroppo i miei tredici anni furono funestati da una se pur breve ora trascorsa dall’oculista. Il verdetto fù che avevo bisogno degli occhiali. Occhiali da riposo, da portare anche alcune ore a scuola, accettai mio malgrado, e mi recai il giorno stesso dall’ottico più prestigioso e affidabile del centro della mia città. Scelsi una montatura seriosa e uscita dal negozio inforcai gli occhiali subito, (faceva parte della prescrizione )dovevo indossare gli occhiali al più presto disse il vecchio ottico e il più a lungo possbile :-“O ti abitui subito al nuovo mondo disse o non ti abitui più. Bè era esattamente così, inforcai gli occhiali e…fui catapultata in un mondo completamente diverso..vidi visi deformati , sguardi cupi, gente infelice, crepe nei muri, strade strette e spoche, palazzi piccoli e deformati, prati pieni di sterpaglia e il pavimento mi sfuggiva sotto i piedi e i mostri mi giravano tutto intorno, insomma un incubo. Non tornai al controllo che il vecchio ottico mi aveva fissato, riposi gli occhiali nell’astuccio rosso e mi dimenticai di loro.

  16. Gli occhiali si perdono perchè non vogliamo tornare a vedere in particolari mattine, le cose di sempre …io evito persino gli specchi in quelle mattine …tanto senza occhiali siamo tutti belli.

  17. : Mio caro Barbarossa, ho un terribile desiderio di ricevere in fretta tue notizie, RACCONTAMI DI TE.
    Qui le nuvole spesso assomigliano alla tua calligrafia, e allora il cielo è come la pagina di un tuo manoscritto…io leggo e mi sento bene.

    Quante parole ci arrivano via sms, mail, o facebook, di quante persone non abbiamo mai visto la calligrafia?

    Cosi, per favore , oggi, prendi la penna e scrivimi un biglietto…solo per me.

  18. Ciao, ti scrivo solo ciao come se dovessi spuntare da un momento all’altro dall’angolo della piazza, tra i banchi dell’aula o al bar di facoltà, dalla porta di casa mia. Ti univi a noi con un semplice ciao e i tuoi occhi dicevano il resto, quando poi incontravano i miei.
    Mi sentivo rassicurata quando c’eri tu, ritrovavo pezzetti di me custoditi dentro di te.
    Tu dicevi sempre la cosa giusta al momento giusto e tutto diventava più facile, più semplice da capire e anche d’accettare. Io non cercavo te e tu non cercavi me, perchè sapevamo entrambi che tanto ci saremmo trovati, e quando questo accadeva, il tempo si dilatava, si perdeva il sonno..e anche se gli altri pian piano mollavano e andavano via, noi restevamo li, contenti d’esserci ritrovati, di dirci tutto… convinti che non ci saremmo mai separati.

  19. Solo fino ad un certo è accattivante nella sua struttura introspettiva… La quotidianeità è sconvolgente, come sà essere ingombrante nelle nostre vite, mentre i cambiamenti, se solo ci sfiorano, ci procurano vertigini e instabilità, tanto da farci racchiudere ancora di più nei nostri gesti ripetitivi.
    Ma di quata sicurezza abbiamo bisogno?Sicurezza(ma poi cos’è sicuro nelle nostre vite?) la quotidianeità muta, ogni giorno, e se non vogliamo vedere che ciò accade, volgiamo lo sguardo altrove, e vaghiamo in inutili gesti ripetitivi, , privi d’entusiasmo, di senso, e di contenuti, e magari ci attacchiamo maggiormente ad ad altre inutili abitutini che neanche c’interessano poi tanto. Siamo convinti che riperpetuandoi soliti gesti, facciamo sì che le cose non mutino, per tenerle ferme, cristallizzate nel tempo.. e invece le cose mutano e c’è nè accorgiamo solo quando la trasformazione è avvenuta ed è così evidente, che non possiamo che accettarla e subirla.
    Ogni giorno i cambiamenti ci sfiorano, sono lì affianco a noi e basterebbe solo alzare lo sguardo, compiere un gesto diverso ,”un aggiustaggio”di rotta, dire un si, o allungare una mano, per afferrarne una parte.
    Avvolte mi chiedo cos’è che c’impedisce di farlo? la paura di scoprire che ci sbagliavamo, o avere la conferma che infondo le cose per cui lottavamo un tempo si realizzano davvero? Che le persone che volevamo accanto esistono, e che magari il lavoro che abbiamo sempre cercato era lì, dove non abbiamo(voluto) guardare mai…un metro più in là.

  20. Certo che si siamo divertiti a seguire le albe sconsiderate del protagonista, le zuppe di biscotti con il latte freddo, un cane avvolte troppo rassegnato, e persino i biglietti lasciati in bella vista sulle biciclette ci sono piaciuti, per non parlare di altre stranezze che comunque abbiamo condiviso fino alla fine; ma è il finale ” che personalmente mi lascia perplessa c’è troppo disfattismo, c’è troppa voglia di chiudere sensa un senso, ma infondo si sà che una fine” in genere, un senso non c’è l’ha .

  21. Le relazioni difficili siamo noi a cercarle e a crearle, e spesso ci servono, per aiutarci a cambiare. A dire la verità amico mio ho sempre preferito le relazioni difficili a quelle tranquille, quando nè ho fatto a meno, mi sono mancate!

  22. Sono gli amori insensati a dare senso alla vita.
    Sono gli amori più intensi, quelli che restano dentro e che vorresti cullare e fermare nel tempo. Sono gli amori diversi quelli che non riesci a scordare e che fanno più male, gli amori come te!

  23. Ora cullare, questi amori mica và bene?anzi, le donne tirano troppo la corda certe volte, e il racconto rende benissimo la stuazione e però, che dire alla fine ci pensi sempre, e ci stai anche male è vero, infondo mi rapperenta dai! bella storia!

  24. Ci sono persone che preferscono adeguarsi, conformarsi al gruppo piuttosto che esporsi a sostenere una tesi non condivisa dalla collettività. Questo perchè l’idea di rimanere soli aumenta il livello di paura e di ansia, Soltanto chi è sicuro di sè ha il coraggio di portare avanti un idea che ritiene giusta. Ecco perchè il coraggio è qualcosa che si costruisce nel corso di tutta la vita.

  25. Sarà, ma lo sballo sà di festa, sà di lasciarsi andare, sà di amici e condivisione, sà di tutti insieme, sà di famiglia, sà di dovreste provarlo, perchè voi che analizzate, tutto e tutti, di certo non potete saperlo, voi dentro non ci siete mai entrati, perche non avete mai avuto il coraggio o forse la disperazione per farlo.

  26. Essere adollescenti oggi non è miKa facile. Parole Kome, rispetto, amore, non se ne parla, nemmeno, anzi guai a parlarne. Ora Xessere accettati devi avere l’I-Pod, indossare scarpe.””.KyKy””avere la maKKhina o il moto’, avere un ragazzo con cui bruciare” le tappe, anche se non ti piace veramente!
    Chi non si adegua è considerato uno “sfigato”, questo implica fingere e non essere se stessi.
    Per essere accettati è importante stare con i “dominanti”, esattamente come fanno gli adulti; devi avere le amicizie giuste, tutto va bene pur di farsi accettare dagli altri anche se sai d’essere diversa, ma noi siamo solo la copia venuta male di voi grandi.

  27. Del resto lo sanno tutti, ke ne di “Giove” e nè di Marte si parte!
    Spiacente, ho smesso poco tempo fà di credere alle favole!

  28. Tutto il racconto è pervaso da un senso di nostalgia inquieto, dal rimpianto di un mondo che si vede mutare, allontanarsi dalla sua identità. E’ il paesaggio culturale che è cambiato insieme all’immagine di un paese che irrimediabilmente, e quasi dolcemente, ha dimenticato la sua storia. Partire dunque per cercare nuovi paesaggi .

I commenti sono chiusi.