Salvezza insperata.

Uscendo dal locale dove per più di un’ora si è intrattenuto con alcuni conoscenti a bere diversi bicchierini, giusto per trascorrere in qualche modo quella lunga serata ordinaria e quasi inutile, lui adesso non si sente neppure perfettamente in sé, pur riuscendo ancora a camminare quasi diritto e a vedere piuttosto ben definiti sia la strada che il marciapiede di … Continua a leggere

Parole adeguate.

Cominciai col parlare da solo nei luoghi pubblici, quando mi resi conto che oramai non avevo più nessuno con cui chiacchierare. Le persone vicine mi osservavano, alcuni commentavano il mio comportamento con occhiate ed anche con sorrisini. Per non passare per matto completo, iniziai così ad usare parole forbite, anche ricercate, certe volte persino completamente scollegate dal resto delle frasi … Continua a leggere

Senza alternativa.

  La stanza ha due finestre. Spesso mi piazzo seduto a guardare fuori dai vetri, al primo piano dell’appartamento dove abito con la mia famiglia, e scansando le tende osservo tutte quante le persone che lungo i camminamenti transitano a fianco di questa strada di fronte, soprattutto quegli individui che girano all’angolo, ed offrono alla mia vista dapprima il loro … Continua a leggere

Vertigine momentanea.

  Si rannicchia sullo scomodo sedile di quel treno locale, Tonio, ed osserva, senza farsene accorgere, una ragazza sola in fondo al vagone che è salita proprio all’ultimo momento prima della partenza. Non è da molto tempo che la mamma quelle due volte a settimana gli lascia raggiungere il Centro Sanitario senza che nessuno lo accompagni, anche se lei al … Continua a leggere

Niente da fare.

  Lo so che la mia immobilità è senz’altro un problema, un nodo sicuramente da sciogliere, prima o poi. Ogni pomeriggio mi siedo sulla panchina a bordo strada e resto lì, almeno fino a quando posso. Qualche vicino di casa che conosco mi saluta, altri invece non mi guardano neppure. Gli estranei poi non fanno caso a niente, transitano da … Continua a leggere

Giorni di pioggia.

Mi rannicchio nel vano del portone dove mi sono rifugiato. Sto fermo, osservo la pioggia che continua a cadere, sto bene, in qualche modo, stringo il mio giaccone impermeabile e cerco quasi di sparirvi all’interno, come se potesse accogliermi tutto comodamente. In fondo non mi interessa nulla delle macchine piene di gente che continuano a transitare lungo la strada, forse … Continua a leggere

Diritto di parola.

Mi avete profondamente stufato, dico a voce alta dalla mia finestra del quarto piano, riferendomi alla confusione di gente e di traffico lungo la strada di fronte. Probabilmente nessuno può sentirmi, immagino, il rumore così forte copre qualsiasi altra cosa, ma in ogni caso io continuo a guardare quelle persone che corrono di qua e di là e sento dentro … Continua a leggere

Mondo parallelo.

  In fondo, a pensarci bene, in condizioni normali non me ne interesserebbe nulla di questa periferia squalificata, senza neppure un elemento di valore o qualche cosa in qualche modo da apprezzare. Però cerco delle volte di mettermi nei panni di chi vive qui, da queste parti, e vede ogni giorno i palazzoni insensati, i fazzoletti di terra lasciati a … Continua a leggere

(Profilo n. 6). Quasi oltre le case.

Un uomo cammina per strada, si guarda attorno, indubbiamente non ha alcuna fretta, tiene le mani sprofondate dentro le tasche di un soprabito logoro, mentre nelle sue idee tutto di quella strada cittadina appare indifferente ai suoi passi. Ci sono persone che lo incrociano, alcuni lo sfiorano, qualcuno forse lo nota, vestito malmesso com’è. Un signore vestito in maniera elegante … Continua a leggere

Finalmente a mio agio

Andiamo, aveva detto Lorenzo senza permettere repliche. Così erano scesi dall’auto, anche se Fabrizio, suo fratello minore, non aveva ben capito verso dove stessero andando. Avevano percorso qualche metro sul marciapiede, senza che nessuno dei due avesse più detto nulla, e poi erano giunti davanti a un portone, Lorenzo aveva fatto suonare brevemente il campanello di fianco e qualcuno all’interno … Continua a leggere

Il canale lungo la strada

Lo sapevo, lo avevo sempre saputo quale fosse il margine di quella strada, la strada lunga e diritta che correva nella nostra pianura a perdita d’occhio, fino al paese. Non ci voleva molto tempo, se andavo a passo svelto bastava una mezz’oretta per raggiungere il circolino e starmene lì, con tutti che ridevano, mi battevano una mano sopra la spalla … Continua a leggere

Siete tutti dei poveri illusi

I passi misurano la distanza dei pensieri tra loro, e la mente elabora figure geometriche impossibili. La città ruota attorcigliando se stessa attorno a dei punti invisibili, come in un obiettivo dalla messa a fuoco indefinita, e le prospettive delle strade appaiono negate, senza trovare uno sbocco. Le autoambulanze lasciano echeggiare le loro sirene attorno al luogo dell’incidente, i curiosi … Continua a leggere

Soffrendo, quasi di niente

Certe volte penso che non interessi niente a nessuno. Una volta alla settimana vado dalla mia psicanalista, le racconto tutto di me, lo faccio da un anno, lei mi ascolta, annuisce, dice che la strada intrapresa è proprio quella giusta. Poi esco, incontro la gente, vedo gli amici, anche quelli che mi conoscono da tanto tempo, ma tutto mi appare … Continua a leggere