Fantasmi ordinari.

Se guardo dalla finestra dentro al buio di questo cortile, proprio di fronte alla mia stanza, certe volte ci vedo qualcosa di incomprensibile: ci sono delle forme che sembrano vive, e le pietre del muro di cinta che in qualche caso paiono muoversi; il semplice pavimento di nudo cemento poi sembra accogliere sopra di sé come delle fluttuanti ombre scure sul grigio della polvere: ma se scruto quelle forme con maggiore attenzione, proprio per rendermi conto da cosa siano generate, purtroppo quelle svaniscono subito. Stringo gli occhi, impiego tutta la concentrazione che posso, eppure non riesco a intravedere nient’altro, se non le solite cose che conosco già perfettamente. Di giorno invece tutto sembra restare al posto consueto, tanto che gli altri condomini di questo casamento attraversano lo spiazzo, passano davanti alla mia finestra senza alcun problema, ed ogni cosa ai loro occhi e davanti ai loro piedi appare normale. Per questo vorrei evitare di parlarne con loro: mi secca essere forse scambiato per uno sciocco bugiardo, uno che si inventa le cose per apparire magari più interessante agli occhi di tutti.

Poi una anziana signora che abita al terzo piano e conosco da sempre, mi viene a chiedere incrociandomi nel corridoio, se per caso abbia visto qualcosa di strano. La guardo, non credo abbia voglia di prendermi in giro, e poi non è il tipo che farebbe mai una cosa del genere, così le rispondo immediatamente che tutte le sere, quando scende il buio più fitto, ci sono delle cose che passano davanti alla mia finestra del piano terra, anche se non riesco a comprendere che cosa diamine possano essere. Lei attenta mi ascolta, dice che sono una persona affidabile, sicuramente potrò indagare meglio nei prossimi giorni e farle presente che cosa stia realmente avvenendo dentro al cortile del nostro condominio. Io la ringrazio per la fiducia, poi, confortato da quel suo sostegno, mi piazzo la sera stessa dietro ai vetri della mia finestra armato di una potente torcia elettrica, pronto a rendermi conto una volta per tutte di quello che avviene.

Attendo a lungo, forse anche troppo, e niente succede, come se l’ideatore di tutta la messinscena conoscesse già perfettamente quelle mie intenzioni, tanto da fare probabilmente anche di tutto per renderle vane. Oramai a notte inoltrata invece, proprio quando mi volto da lì al momento di sentirmi praticamente quasi deluso, pronto a lasciare del tutto la mia postazione, ecco che esattamente in quello stesso momento qualcosa si muove. Ripeto la medesima operazione diverse volte, voltando di scatto la faccia e poi tornando a guardare, fino a rendermi conto che un semplice riflesso nelle lenti dei miei occhiali produce un facile e stupido inganno. Accendo la torcia, mi assicuro di tutta la realtà delle cose, poi con calma chiudo le tende, spengo la luce ed infine, ormai completamente tranquillizzato, me ne vado a coricarmi nel letto.

Il giorno seguente incontro proprio sul portone del caseggiato condominiale quella signora curiosa, e subito, usando gesti e occhiatacce che rendono più verosimile qualsiasi faccenda, le faccio presente con dei bisbigli che la costringono a chiedermi diverse volte che cosa diamine le stia raccontando, che adesso non ci può essere più alcuna perplessità: la notte si muovono dei fantasmi nel nostro cortile, le dico con l’espressione di terrore che semplicemente pronunciare quelle parole produce: ma rimanga tra noi, le chiedo con impegno e grande serietà; si potrebbe innestare il panico generale nel nostro quartiere, tale da rendere questi nostri appartamenti addirittura inabitabili, pronti ad essere abbandonati da qualunque persona non del tutto priva di senno.

Bruno Magnolfi

Fantasmi ordinari.ultima modifica: 2017-02-27T20:26:02+01:00da magnonove
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