Ricerca di niente.

Scalcio un po’ con i piedi, a volte, anche quando me ne sto seduto a fare i compiti di scuola sopra al tavolo della cucina. Nella mia cameretta non c’è proprio posto per la scrivania. O meglio, forse ci sarebbe, ma mio fratello occupa quasi ogni spazio con tutta la sua roba. Lui lavora come ausiliario al pronto soccorso, e fa sempre i turni, di giorno e anche di notte, tanto che certe volte lo incrocio nel corridoio appena per un attimo e poi basta, perché magari si mette nel letto e dorme per tutto il tempo che gli resta, oppure se ne va via subito per rientrare in ospedale. E’ lui che qualche volta mi ha detto di muovere i miei piedi, di non stare mai immobile quando sono seduto, ed io seguo sempre quello che mi dice.

I miei genitori spesso alzano la voce dentro casa, ma a me non importa proprio niente. Non li ascolto neppure, perché il mio mito è soltanto questo fratellone che mi ritrovo, anche perché lui riesce sempre a starsene in silenzio, persino quando mio padre gli dice in malo modo di andarsene dai piedi una buona volta, e di mettere su una famiglia per conto proprio; ma mio fratello si limita a fare un buffo grugno con la faccia, come se avesse ascoltato qualcosa di estremamente spiritoso, e dopo resta lì a guardare semplicemente da tutta un’altra parte. Non si sa che cosa pensi, forse niente, però io sono convinto che lui ascolta sempre e perfettamente tutto quanto.

Con me invece ci parla, mi racconta quello che vede, le cose strane che succedono certe volte durante il suo turno di lavoro, e poi mi spiega come preservarmi da questo mondo stupido e spesso incomprensibile, che secondo lui alla fine è soltanto brutto e basta. Non gli ho mai chiesto perché non se ne vada ad abitare per conto proprio, ma credo sia perché non ha neppure una ragazza sua; e comunque io vorrei tanto che non lo facesse mai, e che restasse sempre insieme a noi, almeno fino a quando non avrò ormai raggiunto la sua età di adesso.

Quando capita che abbia un pomeriggio libero, mio fratello mi porta sempre con sé, a scoprire il mondo, come a volte dice, anche se finisce che andiamo semplicemente ad osservare il fiume, che per lui è una cosa estremamente importante, anche se io in qualche caso un po’ mi annoio; oppure ai giardinetti, per renderci conto di quanto alcuni tra i cani che stanno lì al guinzaglio, assomiglino incredibilmente ai loro padroni, o anche viceversa. Io lo seguo, rido, lo ascolto, mi sembra comunque una grande fortuna la mia, quella di poter contare sempre su una persona come lui.

Poi ci salutiamo, qualche giorno fa, in apparenza come facciamo sempre incrociandoci nel corridoio di casa; però avverto subito qualcosa anche di diverso, una sfumatura che fino ad allora non avevo mai notato. La sua roba è rimasta come sempre al proprio posto, tutta ancora dentro la nostra cameretta, così ci sono le sue divise, le scarpe bianche, le sue cose, i suoi borsoni belli pieni, ma lui non c’è, non si trova più da alcuna parte, e anche al pronto soccorso non sanno proprio cosa dirci. Ho deciso che domani arriverò da solo fino al fiume: non so cosa mai potrò trovare, probabilmente niente, ma forse inizierò a capire che cosa c’era di così importante che sicuramente lui adesso sarà andato a cercare chissà dove; e per una volta, presumibilmente, per conto proprio.

Bruno Magnolfi

Ricerca di niente.ultima modifica: 2016-06-10T20:27:26+02:00da magnonove
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