Niente è come dovrebbe essere.

All’interno della prima busta, quella gialla, ci vanno esclusivamente gli ortaggi, e nella seconda invece i prodotti in scatola; mentre dentro la terza, che è bianca, ci va posizionato tutto ciò che rimane. Controllo, stendo ogni cosa sul piano di un piccolo tavolo, appena uscito dal corridoio delle casse, e verifico di nuovo che tutto sia a posto. Tiro fuori ancora i prodotti, e poi ricomincio da capo a mettere le confezioni ognuna al proprio posto. Ogni busta, una volta al completo, va riposizionata dentro al carrello, ma devo aver cura che gli oggetti sul fondo formino una specie di piano, in modo che i sacchetti non si affloscino su se stessi.

Qualcuno che forse conosco di vista, passando vicino alla mia postazione, mi dice a voce bassa che tutto va bene, ed aggiunge che forse per me sarebbe l’ora di tornarmene a casa, ma io neppure rispondo, non posso certo abbandonare questo supermercato prima che tutto sia perfettamente come deve essere. Buongiorno Mario, mi dicono poi alcuni che mi conoscono meglio: come va oggi? Ma io non mi lascio certo confondere da gente che generalmente mette le proprie cose alla rinfusa dentro al carrello: forse sono persone che non sanno neppure come si faccia a sistemare i prodotti in modo corretto; vanno di fretta, hanno da fare, e con questa scusa pensano che tutto sia giustificabile.

La cassiera mi ha detto qualcosa di spiritoso mentre conteggiava i prezzi e preparava il conto finale con lo scontrino che mi ha poi consegnato: oggi è martedì, lo sanno tutti; ed ogni martedì debbo venire io fino al supermercato, come stabilito dai turni della casa famiglia di cui faccio parte. Qualche volta agli inizi è venuto con me l’operatore, è giusto, doveva spiegarmi per bene cosa c’era da fare e come sia meglio comportarsi, ma in seguito la sua presenza ha perso sempre più di importanza, e così eccomi qua, da solo a fare la spesa alimentare per tutti gli altri.

Seguo attentamente queste annotazioni che sono state fatte sul foglietto che mi è stato consegnato e che in questo momento ho riposto dentro una tasca. Ho acquistato tutto, ne sono sicuro, però non c’è niente di male se controllo ancora una volta. Così tiro fuori il foglietto, guardo le confezioni e le scatole, metto da una parte tutto ciò che è stato già conteggiato, fino a quando sono sicuro che non manca proprio più niente.

Riprendo le buste, riposiziono le cose, e alla fine appoggio tutto quanto dentro al carrello. Ma a questo punto una donna che non conosco si avvicina e mi chiede qualcosa che non comprendo. Lasciami perdere, penso, ho già il mio daffare, devo sincerarmi che tutto vada per il verso giusto. Ma lei insiste, dice ancora qualcosa e poi infila una mano dentro una delle mie buste e tira fuori un sacchetto con i pomodori.

Non sono cose che si possono fare, penso; non va affatto bene confondere gli acquisti di un cliente come sono io in questo momento, ma quella donna per tutta risposta rovescia in malo modo i miei pomodori dentro al carrello, e infine se ne va, come se niente fosse successo. Credo nessuno abbia visto la scena, nessuno abbia minimamente fatto caso a quanto è accaduto, ma tutto questo non significa che il gesto compiuto da quella donna non sia di notevole gravità.

Vorrei piangere, urlare, disperarmi quasi. Torno a guardare il mio carrello e comprendo che niente è più al proprio posto. Anche le confezioni che avevo sistemato, gli altri sacchetti, le scatole, non vanno più bene per niente. Non si può neppure ricominciare, siamo arrivati ad una situazione inconcepibile, non riuscirò mai a capire come rimettere a posto le cose.

Arriva la cassiera, mi accarezza una mano, dice che non ci sono problemi, così prende i pomodori e li mette in una busta nuova, poi riposiziona alla meglio gli altri sacchetti e mi dice che adesso è tutto a posto. Le assesto subito uno schiaffo sopra la faccia, non so neanche bene da dove mi venga la forza per farlo, ma adesso sono convinto di non avere più il controllo sia del carrello che di tutta la spesa, e ci sarà bisogno sicuramente dell’operatore, penso, perché qui sono tutti nemici, ed io sono solo a difendere me e il mio punto di vista. Arrivano altri, mi fanno sedere, tutti hanno da dire qualcosa, ma io adesso voglio soltanto andarmene via, via da queste facce che sanno già tutto, lontano da questo supermercato pieno di gente con tante opinioni, lontano da questo mondo ostile e incomprensibile, dove chi si assoggetta alle regole viene sopraffatto da cattiveria e da stupidità, fino a renderlo del tutto incapace persino di capire cosa sia mai questa vita.

Bruno Magnolfi

Niente è come dovrebbe essere.ultima modifica: 2015-02-17T20:11:59+01:00da magnonove
Reposta per primo quest’articolo