Incomprensibile.

            

            Non so dire di preciso neppure come abbia fatto a cadere per terra sopra quel marciapiede. Si, certo, forse sono inciampato in un piccolo ostacolo, magari ho proprio messo un piede contro l’altro mentre continuavo a camminare, insomma è semplicemente accaduto qualcosa che mi ha fatto perdere del tutto l’equilibrio, ma il punto fondamentale è che quella caduta era come se ci dovesse essere, come se me la fossi proprio andata a cercare, indipendentemente dall’opportunità del caso o dalla combinazione delle cose. Non mi ero fatto male cadendo, anche questa è un’altra piccola ma importante verità, eppure quando prontamente mi sono rialzato, ho capito immediatamente, anche se non so per quale motivo, che non ero più la stessa persona di un momento prima.

            Mi sono guardato attorno, una volta in piedi, ho stretto le mani l’una nell’altra, strofinandole, e forse ho sorriso in maniera vagamente ebete, tanto mi sentivo diverso da com’ero sempre stato. In fondo, ho subito cercato di riflettere, può capitare a chiunque una cosa del genere, inutile stare troppo a meditarci sopra. Ma quando mi sono mosso per proseguire la mia camminata, mi è parso assurdo andare in quella direzione, anche se non avrei saputo dirne il motivo.

            Alla fine, ho iniziato a pensare quasi per automatismi, non c’era proprio nessuna necessità di andare da alcuna parte: il luogo migliore dove stare era quello dove mi stavo trovando, non foss’altro perché mi metteva nella bella condizione di non scegliere niente, e così mi sono seduto sopra un gradino di marmo di un portone lì accanto, compiacendomi per la fortuna di aver trovato facilmente un sedile del genere. Non è passato molto tempo però, che qualcuno, forse notandomi dalla finestra, si è precipitato nello scendere le scale del condominio, ha aperto il portone dove mi trovavo seduto, e con parole decise mi ha spiegato che dovevo andarmene al più presto da quel luogo, non potevo assolutamente restarmene lì.

            Ero perplesso, com’era possibile, pensavo, essere trattato in quella maniera, senza che peraltro avessi fatto niente di male? In tutti i casi mi sono alzato dal gradino, e senza replicare alcunché mi sono mosso da quella posizione spostandomi qualche metro più avanti, fermandomi poco dopo sul marciapiede accanto ad un segnale stradale, senza sentire neppure alcuna necessità di rimanermene lì oppure no. E’ stato allora che qualcuno ha detto a bassa voce che avrei dovuto ribellarmi. Non dovevo soggiacere ad una cosa del genere, diceva, c’erano tutti gli estremi per prendere una posizione decisa e contraria a quella violenza che stavo subendo.

            L’uomo del condominio intanto si era fermato a guardare quanto di fatto mi allontanassi dal suo portone, l’altro fingeva ancora di non vederlo anche se era evidente che aveva parlato del tutto contro di lui. Io sentivo la testa confusa, non capivo più che cosa era meglio per me, così avevo stretto con ambedue le mie mani il palo che sorreggeva il segnale, quasi per fortificare la mia posizione. Infine avevo finto uno svenimento, andando ad accasciarmi sopra le pietre del lastricato. I due non erano intervenuti, ma avevano iniziato a battibeccare tra di loro dicendosi cose decisamente sgradevoli; poi, alla fine, si erano semplicemente dileguati.

            Bruno Magnolfi

Incomprensibile.ultima modifica: 2013-03-07T21:11:38+01:00da magnonove
Reposta per primo quest’articolo