L’incognita.

          

            Sono una sciocca, riflette Laura mentre torna casa, dopo il lavoro. Me ne vado, le aveva detto lui la sera prima, dopo l’ennesima litigata su cose futili. Lo ha già detto chissà quante altre volte, pensa adesso lei, con un sorriso. E’ una sua caratteristica, quella di volersi sentire sempre libero di fare, di scegliere, di interpretare la vita ad ogni passo, quasi non accorgendosi forse di perdere sempre qualcosa con i suoi modi da eterno ragazzo scapestrato. Non devo stare a preoccuparmi, pensa Laura, anzi: ogni volta che torniamo a fare la pace le cose improvvisamente si mettono ad andare d’incanto, almeno per un certo periodo, non sarà certo differente stavolta.

            L’autobus percorre il viale che attraversa il quartiere dove loro due abitano da quasi tre anni. Lei tra non molto dovrà scendere e farsi a piedi un tratto dove si aprono alcuni negozi. Voglio cucinare qualcosa di speciale stasera, pensa, mentre già immagina il bancone alimentari dell’esercizio dove va sempre, pieno di cose buone da mangiare. Qualcosa che gli faccia capire quanto non sia mia intenzione tenergli il broncio o allungare fin troppo il nostro malinteso. Perché di un malinteso si tratta, e di nient’altro. Lui probabilmente terrà ancora la parte, attenderà sicuramente un minuto o forse due, ma alla fine allargherà il sorriso, come sempre, giusto per dimostrare che la voglia di serenità e di leggerezza non è soltanto mia.

            Strano rapporto il loro, in certi momenti pieno di rancori e di recriminazioni, ed in altri dolcissimo e colmo di coccole e di affetto. A lei piace questa continua alternanza, inutile negarlo: ogni giorno sembra un po’ differente, da interpretare, come se niente fosse scontato, anzi, tutto da prendere solo tramite riflessioni e chiarimenti. Lei è convinta che le cose anche stavolta fileranno via lisce, in ogni caso, e che tra loro due non ci sarà alcuna necessità di tenersi mai troppo a distanza: la loro reciproca alternanza di comportamenti e di umori diversi sarà sempre l’ingrediente principale del loro realizzato rapporto, quello che alla fine li terrà uniti, dalla stessa parte.

            Con questi pensieri scende dal mezzo pubblico, incontra dopo pochi metri una vicina di casa e la saluta cordialmente. Come vanno le cose?, le chiede quella con slancio, fingendo di non apparire curiosa. I soliti alti e bassi, risponde Laura, ma non mi lamento, anzi, stasera mi sento addirittura piena d’entusiasmo, come se, rientrando a casa, trovassi qualche bella sorpresa. Non ti fidare troppo, dice l’altra, gli uomini a volte sanno essere infidi. D’accordo, dice lei, adesso ti lascio. Si ferma al negozio alimentari come aveva previsto per i suoi acquisti, e poi, con la busta delle spese, arriva davanti al portone di casa.

            Ma qualcosa l’ha indisposta, adesso non sa più bene cosa aspettarsi: lui potrebbe addirittura essersene andato veramente, pensa. Poi gira la chiave nella serratura del portoncino che dà accesso al loro appartamento, e lui è lì, seduto, rilassato, addirittura tranquillo. Ciao Laura, dice subito alzandosi in piedi. Sono qui soltanto perché volevo chiederti scusa prima di andarmene definitivamente da questa casa e dalla tua vita.

            Bruno Magnolfi

L’incognita.ultima modifica: 2012-12-12T20:42:31+01:00da magnonove
Reposta per primo quest’articolo