Un regalo sopra tutti.

Il vento a tratti solleva polvere e foglie secche turbinando lungo la strada principale del paese. Maristella, da sola dentro al suo piccolo negozio, osserva il marciapiede oltre la vetrina; forse dovrebbe sistemare meglio i vari oggetti sopra gli scaffali, pensa, modificare la disposizione delle cose, migliorare qualcosa nell’arredamento, come ha sempre fatto, nei periodi scorsi, per attirare qualche cliente in più con il suo gusto, con le sue scelte, con la sua voglia di fare. Ma per la prima volta si sente vuota, è consapevole che la sua bottega non richiama molta gente, nei primi tempi c’era l’entusiasmo, la novità, adesso c’è soltanto l’abitudine. Ma lei resta lì, seduta dietro al suo minuto bancone, le braccia conserte, lo sguardo perso nella polvere di fuori, dentro al vento.

Un uomo sul marciapiede all’improvviso si sofferma, osserva il negozio e la vetrina per un attimo; lei lo conosce, lo ha già visto molte volte camminare su e giù da solo lungo i marciapiedi della strada, non si è mai avventurato ad entrare dentro, ma questo non vuol dire, non è certo un elemento che assuma adesso una qualche importanza. L’uomo sistema il bavero della sua giacca e resta fermo, si guarda attorno senza che niente sembri interessarlo, ma lei non lo perde di vista, è come se qualcosa di importante stia accadendo, come fosse l’epilogo inaspettato di un’attesa densa di prospettive e di significati.

La mano sulla maniglia, con delicatezza, quasi timidamente, e lui entra dentro alla bottega, lei si alza, dice subito buongiorno, attende che lui risponda al saluto, richiuda accuratamente la porta alle sue spalle, che si faccia avanti, anche se solo di un passo o due. Maristella si sente già felice, non importa se quell’uomo acquisterà qualcosa oppure no, le basta soltanto quel suo gesto, che abbia mostrato curiosità per le sue cose, per quel suo negozio che è quasi tutta la sua vita.

Vorrei fare un regalo, dice l’uomo guardandosi attorno; poi più niente. Lei lo osserva, sorride, la sua piccola esperienza potrebbe già suggerirle di incoraggiarlo, probabilmente sarebbe in grado con tatto di chiedergli qualcosa in più, di aiutarlo nel cercare di mettere a fuoco cosa gli serva, ma non dice niente, resta lì, in silenzio. Potrebbe chiedergli se il regalo è per una donna, per un amico, un parente, forse un bambino, lei ha tante cose dentro al suo negozio, ma non le va, pensa soltanto a quante cose possono stare dietro a una richiesta di quel genere, e tutto il resto lascia che dondoli nell’aria, senza un seguito, senza nessuna specificità.

Lo guarda, con il suo sorriso, attende che l’uomo termini di osservarsi attorno, che magari dica qualcosa di maggiormente definito, in fondo il suo negozio è ben riparato da quel vento, dalla polvere, da quelle foglie secche che vagano per aria senza alcuna meta, avanti e indietro per la strada, c’è tutto il tempo per mettere a fuoco un desiderio, una curiosità, forse una sensazione. Dopo quell’attimo, lui gira lo sguardo verso Maristella, forse a sua volta attende lui qualcosa, è come se aspettasse che la sua frase con cui si è presentato, trovasse adesso, magari sopra gli scaffali, un suo compendio, una propria naturale completezza.

Lei muove una mano, forse vorrebbe spiegarsi, cercare le parole per chiarire qualcosa, tirare fuori in breve un elemento che abbia senso, che dia una direttrice, che aiuti quel momento, anche se non le va di dire niente, anzi, le pare non ci sia proprio niente di cui si possa sentire la necessità, se non quello stare lì, al riparo, in quell’astuccio pieno di così tanti oggetti, come in una favola; soltanto una cosa le viene a mente, quasi d’istinto, e sente nel profondo di doverla tirar fuori; così prende coraggio, torna ad allargare il suo sorriso, a guardare di nuovo e con attenzione quel cliente, e infine dice: grazie, il suo regalo lo ha già fatto.

Bruno Magnolfi

Un regalo sopra tutti.ultima modifica: 2010-12-19T21:53:00+01:00da magnonove
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