Ancora un uomo.

 

“Non capisco quale motivo ti spinga a punzecchiarmi così”, disse Rachele mentre accendeva distrattamente il televisore con il telecomando. “Difatti non ci sarebbero motivi di alcun genere se tu non continuassi a dire delle cose inesatte al puro scopo di giustificare i tuoi comportamenti”, rispose Leandro. “Stai sbagliando su tutta la linea”, riprese Rachele, continuando a cambiare canale come alla ricerca di qualcosa che forse non veniva trasmessa. “Sono disposta a fare di tutto eccetto che giustificare i miei comportamenti”, disse. “Ma in qualche maniera dovrà pur essere spiegato l’atteggiamento di questo Gualtiero, sempre pronto a ironizzare su tutto e ad usare degli ammiccamenti nei tuoi confronti che non possono essere inventati dal niente, ne converrai…”, disse Leandro mentre guardava dentro un cassetto dello scrittoio forse alla ricerca di una sigaretta residua. “Gualtiero è soltanto un amico; forse ogni tanto, senza rendersene conto, supera il limite. Di lui non devi assolutamente preoccuparti”, disse Rachele sempre con gli occhi verso lo schermo del televisore. Cercava indubbiamente un canale che trasmettesse notizie di attualità, come sempre affamata di sapere cosa fosse successo di nuovo. “E poi”, riprese, come ricordandosi di aggiungere qualcosa ad avvalorare ciò che aveva appena finito di dire, “è soltanto un bamboccio viziato, so tenerlo a bada senza problemi…”. Fece solo una pausa, poi continuò: “…senza dire che quando mi va riesco ad essere scostante anche con lui”. Dentro al salone la luce arrivava diretta dalle finestre affacciate sul fiume, e Leandro, che non aveva trovato alcuna sigaretta, si era messo seduto sopra la sua poltrona preferita, a godere di quell’aria di primavera avanzata. Infine, dopo avere osservato qualcosa fuori dai vetri, riprese: “tutto vorrei fare, fuorché punzecchiarti, come hai detto tu prima”, disse a Rachele ma come se parlasse da solo, continuando a guardare le nuvole bianche fuori dalle finestre. “Mi piacerebbe che tu fossi semplicemente meno attratta dagli uomini”, riprese Leandro di scatto; “si vede benissimo quanto ti piaccia essere ammirata e corteggiata da qualcuno. Persino le donne che potrebbero esserti amiche ti stanno alla larga, non capisco come tu non riesca a renderti conto di questo…”. “Le donne sono tutte meschine”, riprese quasi con rabbia Rachele; “fanno finta di esserti amiche solo per usarti quando servi per un qualche scopo; poi basta”. Leandro allora si era alzato lentamente dalla poltrona di stoffa, aveva percorso un breve tragitto, giusto per arrivare vicino a quel tavolo di legno intarsiato che rimaneva dalla parte del televisore, ne aveva accarezzato la superficie come per toglierne da sopra la polvere depositata, e infine aveva dato un pugno tremendo a quel legno, con tutta la forza che aveva. “Scusami”, disse soltanto dopo qualche secondo, reggendosi il polso indubbiamente dolorante assieme alla mano. “Volevo solo vedere se ancora riuscivo ad essere un uomo”.

Bruno Magnolfi

 

Ancora un uomo.ultima modifica: 2009-08-30T22:30:37+02:00da magnonove
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