10 pensieri su “Appunti sparsi – Casa di Mara

  1. L’11-6..
    ..Ci sono giorni disperati incui non sappiamo altro che chiederci perchè?.
    Ma non c’è un perchè.
    C’è solo la meraviglia, la fiducia che respiriamo nei giorni incui il mondo intero sembra dirci”Si
    Custodiamo quei si nel cuore.

  2. Casa di Mara somiglia alle case fantastiche, piene di oggetti strani, strampalate. caotiche, ma tanto accoglienti del mio periodo universitario..Sono le case delle “canzoni stonate, delle spaghettate alle 4 del mattino, dei sacchi a pelo..dove ogni sera si condivideva tutto…amori, allegria e solitudine .

  3. Non è così. Dalla Mara non si è mai suonato la chitarra, non si è mai tirato tardi per il gusto di farlo. Lo spaghetto lo si è mangiato solo quando e perchè avevamo fame davvero. L’ultimo “fidanzato” di Mara faceva il pescatore a Livorno, ed era perennemente senza soldi e senza lavoro. La rete del letto che usai gli ultimi mesi che sono stato ospite in quella sua casa, l’avevo trovata appoggiata ad un cassonetto (giuro che è vero). Il senso borghese degli studenti fuori sede non ha mai neanche bussato alla porta di Mara. Questo l’insegnamento incredibile di lei e della sua casa, per cui sarò sempre riconoscente a quel suo modo di essere fuori da tutto.

  4. Mara appartiene all’universo giovanile di quell’epoca, di quella generazione e non è importante se apparteneva agli studenti fuori sede, o alle categorie dei non lavoratori del “gran ducato”, grazie a Dio allora “ci si sentiva tutti uguali”..e si condivideva tutto senza limiti di confini e di estrazione sociale …E’ importante, invece, come ben sottolinea, lasciare il suo ricordo, esattamente com’è, privo di qualsiasi contaminazione…e su questo, non ci sono dubbi!!!

  5. !6-6
    Anche a me è capitato di incontrare i carbonai, ed è stato bello conoscierli, parlare con loro della loro strana vita, trascorsa nei boschi, lontano da tutto e tutti e insieme abbiamo vegliato il fuoco di notte.
    Ho riposato nei loro giacigli, fatti di terra e erba ed è stato bello ascoltare il vento al mio risveglio..le giornate sono volate via come in un soffio, ma poi, quando tutto il loro lavoro fù finito ..e l’ allegria prese il posto della nostalgia nei loro occhi.. mi resi conto che dovevo salutarli, tornavano a casa dalle loro donne e dai loro amici..Provai la sensazione che una stagione della mia vita stesse finendo..Ma come non provare gioia per loro? Le lacrime mi scendevano giù..ma sorridevo, lì avrei rivisti di li a poco, certo che li avrei rivisti, mi ripetevo!..Rimasi per un pò dopo che se nè furono andati, da sola in quel bosco, il ruscello scorreva tranquillo e il vento soffiava forte.. lasciai un segno del mio passaggio, poi presi la mia roba e andai via. .

  6. Ma dai sù, non raccontiamoci storie..non esistono più i carbonai! E poi anche se fosse così, che vita è quella dei carbonai? Perchè parlarne così? che c’è di straordinario in una vita così?

  7. Non ci sono leggi per scrivere una storia o un romanzo, non ci sono mai state e non ci dovranno mai essere; ma penso alla libertà che ha uno scrittore, nel raccontare di se senza darlo a vedere…

  8. Apparentemente Ironico e divertente il racconto del 23-6, in realtà è tragico, e crudele.
    Le parole si affollano, il ritmo del racconto incalza e l’autore lascia immaginare una coltre di fumo asfissiante, che silezioso e leggero si propaga nel nostro animo fino ad impedirci di respirare…
    Piccole e grandi incomprensioni quotidiane, relazioni affettive ormai prive di contenuti e di motivazioni, finiscono per soffocarci, per imporci pensieri, che non ci appartengono, comportamenti finti, non sentiti e ciò ci estranea rendendoci sordi e muti ..e quei sentimementi un tempo positivi, diventano ” asfissianti”… una vera”camera a gas”!

  9. Voltarsi indietro, per tornare a recuperare le antiche motivazioni, che ci hanno spinto ad andar lontano. Lontano dagli amici, che non ci bastavano più, dalla famiglia incui non ci riconoscevamo , lontano dalla terra che appariva immota e da quel mare che sembrava cupo.. Anch’ io sono andata via lontano dalla mia casa d’origine, dal mio mare, un pò per rabbia, un pò per voglia di libertà…E tornare avvolte davanti al mio mare mi aiuta a capire, che :IL PIU’ BELLO DEI MARI E’ QUELLO CHE NON ABBIAMO ANCORA NAVIGATO. IL PIù BELLO DEI NOSTRI FIGLI NON E’ ANCORA CRESCIUTO. I PIU’ BELLI DEI NOSTRI GIORNI NON LI ABBIAMO ANCORA VISSUTI..e sapere tutto ciò mi rasserena, e ogni volta saluto il mio mare senza nostalgia ..ma il mio mare sà che tornerò…

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